Il Governo Renzi ormai ha scelto di varare norme solo per salvaguardare il potere delle banche. Il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro non usa mezzi termini nel valutare la norma, inserita nel decreto legge di riforma della giustizia che dà l’addio al fondo patrimoniale: strumento che, per anni, è stato usato dagli italiani per tutelare la casa dai rischi del futuro.
Roma, 13 aprile 2016 – Nel decreto legge di riforma della giustizia, appena approvato si mirano a sostenere solo e soltanto le ragioni delle banche nel recupero dei crediti nei confronti dei debitori morosi. In buona sostanza, con la nuova legge, il creditore, da un atto di cessione dei beni del debitore potrà far prevalere il proprio pignoramento senza bisogno di ottenere una sentenza del giudice che revochi l’atto stesso, di costituzione del fondo patrimoniale.
Con la riforma, infatti, la banca non dovrà più agire con l’azione revocatoria, ma il suo pignoramento sulla casa potrà andare avanti anche se quest’ultima è stata inserita nel fondo patrimoniale.
“La nuova legge opera una automatica presunzione di colpevolezza a carico del debitore: presume, cioè, che questi, nell’anno anteriore ai pignoramenti, sia sempre in malafede e agisca sempre allo scopo di frodare il creditore. A prescindere dalla verità, tutto questo è inaccettabile e solleveremo il problema della costituzionalità della norma stessa – dichiara il Presidente Nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – anche se speriamo che il Parlamento provveda a modificare il decreto, che nei fatti lascia senza alcuna difesa i clienti delle banche”.