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Salute: consumo bevande zuccherate cambia in base al Paese

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Roma – Dimmi dove vivi e ti dirò cosa bevi. Potrebbe essere questo, in sintesi, il claim dello studio condotto da ricercatori della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Lo studio rappresenta l’ultima fotografia di come gli adulti in 185 paesi consumino bevande zuccherate, nello specifico: bibite gassate, bevande energetiche, succhi di frutta, punch, limonate e aguas frescas che contengono più di 50 calorie per porzione. I consumi variano ampiamente per regione del mondo. Ad esempio, nel 2018, una persona in media ha consumato 2,7 porzioni di bevande zuccherate a settimana, ma questo valore è variato da 0,7 porzioni a settimana in Asia meridionale a 7,8 porzioni a settimana in America Latina e nei Caraibi. Si è osservato che i consumi globali erano più elevati negli uomini rispetto alle donne e nei più giovani rispetto agli adulti più anziani, ma il ruolo dell’istruzione e della residenza in zone rurali o urbane ha il suo peso nell’oscillazione del consumo. Il consumo di bevande zuccherate era maggiore tra gli adulti con un livello di istruzione superiore rispetto a quelli con un livello di istruzione inferiore in Africa subsahariana, Asia meridionale e America Latina/Caribi, mentre il contrario è stato osservato nel Medio Oriente e nell’Africa settentrionale. Nel complesso, alcuni dei consumi più elevati di bevande zuccherate nel mondo si sono verificati tra gli adulti urbani e altamente istruiti in Africa subsahariana (12,4 porzioni a settimana) e in America Latina/Caribi (8,5 porzioni a settimana). A livello nazionale, i paesi in cui le persone hanno consumato il maggior numero di porzioni di bevande zuccherate a settimana includevano il Messico (8,9), l’Etiopia (7,1), gli Stati Uniti (4,9) e la Nigeria (4,9), rispetto all’India, alla Cina e al Bangladesh (0,2 ciascuno). Mentre l’analisi del Global Dietary Database per gli anni 1990, 2005 e 2018 ha rilevato un aumento complessivo del consumo di bevande zuccherate pari a quasi il 16% in tutto il mondo nel periodo di 28 anni studiato, l’assunzione regionale è variata notevolmente. Le bevande zuccherate rappresentano una preoccupazione per la salute pubblica poiché sono state ampiamente associate all’obesità e alle malattie cardiometaboliche, che sono tra le principali cause di morte e anni di disabilità a livello globale.

Molte linee guida nazionali raccomandano di limitare gli zuccheri aggiunti al di sotto del 5-10% delle calorie giornaliere, e poiché le bibite gassate non apportano alcun valore nutrizionale, alcuni paesi ne tassano il consumo per aiutare i loro cittadini a raggiungere questo obiettivo. “Siamo rimasti colpiti dalle ampie variazioni nelle regioni del mondo nel 2018; ad esempio che l’America Latina e i Caribi avessero i consumi più elevati in tutto l’arco temporale preso in considerazione, nonostante una diminuzione generale nel tempo; e che l’Africa subsahariana avesse i maggiori aumenti in tutti i punti temporali”, afferma la prima autrice Laura Lara-Castor, della Friedman School. “Questi risultati suggeriscono che è necessario fare ulteriori ricerche, soprattutto riguardo a interventi efficaci come regolamentazioni sulla pubblicità, etichettatura alimentare e tasse sulle bibite gassate”. Le informazioni provenienti dal Global Dietary Database, che aggrega centinaia di risultati di indagini su cosa mangiano e bevono le persone, hanno anche rivelato una relazione tra le bevande zuccherate e lo stato socio-economico. Tra il 1990 e il 2018, il maggior aumento del consumo si è verificato in Africa subsahariana (+2,99; +81,9%). I consumi sono aumentati e poi diminuiti nei paesi ad alto reddito e sono diminuiti e poi aumentati in America Latina/Caribi, tornando entro il 2018 ai livelli prossimi al 1990. Altre regioni del mondo hanno registrato aumenti più modesti e costanti nel tempo. Sono stati osservati modelli simili per sesso, età, istruzione e area di residenza. “L’assunzione di bevande zuccherate è aumentata nei decenni passati nonostante gli sforzi per diminuirne l’attrattiva”, afferma Dariush Mozaffarian, cardiologo e professore di Nutrizione presso la Friedman School. “Alcune popolazioni sono particolarmente vulnerabili e le nostre scoperte forniscono evidenza per informare la necessità e la progettazione di politiche nazionali e mirate per ridurne il consumo a livello globale”. I ricercatori ritengono che sia necessario condurre ulteriori ricerche per valutare il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti, per misurare l’impatto delle tasse sulle bibite gassate a livello globale e per comprendere meglio le differenze tra le sottopopolazioni di ciascun paese. Il team vuole anche esplorare come altre bevande dolci, come il latte, il caffè e il tè, influiscano sulle abitudini di consumo. La ricerca riportata in questo articolo è stata finanziata dalla Gates Foundation, dall’American Heart Association e dal Consiglio Nazionale per la Scienza e la Tecnologia in Messico.