Roma, 3 ott. – Una partita saltata e un incidente diplomatico che rischia di frenare il lento disgelo tra Arabia Saudita e Iran. Lunedì sera a Isfahan si sarebbe dovuta giocare la sfida di Champions League tra la squadra locale iraniana del Sepahan e i sauditi dell’Al Ittihad. La squadra ospite, in cui militano campioni come Karim Benzema e N’Golo Kantè, si è però rifiutata di giocare perché sulla passerella che portava al campo era esposto un busto di Qassem Soleimani, il generale iraniano dei Pasdaran ucciso nel 2020 in Iraq in un attacco di droni Usa. Nel 2018 Riad aveva inserito nella lista dei terroristi Soleimani e altri comandanti della Quds Force, il corpo d’elite incaricato delle operazioni all’estero.
L’Al Ittihad ha chiesto la rimozione della statua, considerata una provocazione politica visto che i Pasdaran sono considerati il braccio armato del regime degli Ayatollah sciiti e sono spesso in prima linea nelle iniziative contro il regno sunnita. Al diniego delle autorità, la squadra allenata dal portoghese Nuno Espirito Santo (ex Wolves e Tottenham) ha deciso di non scendere in campo, tra i fischi dei 60mila tifosi presenti sugli spalti del Naghsh-e-Jahan Stadium.
L’episodio rischia di rallentare il riavvicinamento tra le due potenze rivali: ad aprile erano tornati a incontrarsi i ministri degli Esteri dopo sette anni di forti tensioni in cui tutte le sfide tra le squadre dei due Paesi venivano disputate in campo neutro. Quella di Isfahan sarebbe stata la seconda partita di una squadra saudita nella Repubblica islamica dal 2016, quando i miliziani Basij, parte dei Guardiani della Rivoluzione. A settembre l’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo aveva giocato e vinto a Persepoli, sempre per la Champions League asiatica.
La confederazione asiatica (Afc) ha fatto sapere che la partita è stata annullata “per motivi imprevisti e imprevedibili”, ha ribadito la “priorità di garantire la sicurezza e l’incolumità di giocatori e spettatori” e ha avvertito che la questione è stata sottoposta “alle commissioni competenti”.