“Trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo”. E’ tra le motivazioni del Tribunale di Catania, alla base della decisione di revocare il trattenimento di un tunisino nel centro di Pozzallo, come dispongono le nuove norme contenute nel decreto di metà settembre, che prevedono appunto il trattenimento dei cittadini stranieri provenienti da Paesi cosiddetti ‘sicuri’ che chiedono protezione internazionale se non presentano personalmente una garanzia finanziaria di 4.938 euro.
Il ministero dell’Interno fa subito sapere che impugnerà il provvedimento. Il Viminale, viene spiegato, intende sottoporre al vaglio di un altro giudice la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento.
E intanto si infuoca lo scontro politico: “Sbarcato da 10 giorni, e ricorso subito accolto dal Tribunale. Ma aveva l’avvocato sul barcone??? Riforma della giustizia, presto e bene”, scrive su facebook Matteo Salvini. Mentre i capigruppo leghisti di Camera e Senato insorgono: “Tunisino liberato a tempo di record. Stupisce che la giustizia italiana di fronte al solito ricorso di un immigrato ritrovi velocità e scatto che gli italiani invocano da anni. È vergognoso che Salvini per aver esercitato le proprie funzioni da ministro dell’Interno sia in tribunale insieme a Richard Gere. Anzi no, lui è a Hollywood. Questo è il film della sinistra che rende ridicolo il nostro Paese”, sostengono Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Anche FdI non lesina critiche: “Muove più sdegno che sorpresa la notizia dell’avvenuto annullamento del trattenimento del primo immigrato dal centro di Pozzallo”, tuona il capogruppo Tommaso Foti.
Le opposizioni accolgono con soddisfazione la decisione del tribunale di Catania e puntano il dito contro le nuove norme in materia di immigrazione volute dal governo Meloni. “Sul diritto d’asilo, anche su questo tema, si persegue da parte del governo una strada repressiva. Un attacco frontale che ha prodotto norme cervellotiche che hanno creato l’emergenza, mentre, come ha detto l’arcivescovo di Palermo Lorefice, non c’è alcuna invasione”, afferma la segretaria Pd Elly Schlein, a Palermo per il congresso nazionale di AreaDg. E anche se tra dem e pentastellati la tensione sul fronte migranti resta alta, il capogruppo M5s in commissione Affari Costituzionali alla Camera Alfonso Colucci, concorda nel ritenere giusta la decisione della giudice di Catania che “conclama un nuovo, l’ennesimo, fallimento del governo Meloni nella gestione dell’immigrazione. Anche la norma sui tanto sbandierati centri per le espulsioni accelerate si rivela un buco nell’acqua”. Per il verde Angelo Bonelli “questo governo è inadatto ad affrontare i problemi, incolpa gli altri ma se la dovrebbe prendere con la sua incapacitá: la conferma viene anche dalla decisione del tribunale di Catania”. Il leader di Più Europa Riccardo Magi non ha dubbi, “la pronuncia del tribunale di Catania è un colpo pesante per la credibilità e l’azione del governo”. Esultano i Radicali italiani: “Fino ad oggi sembrava che l’escalation razzista e xenofoba del governo Meloni non riuscisse ad incontrare alcuna resistenza effettiva ed efficace”. (AGI)