Il Capo dello Stato, le alte cariche istituzionali, tanti politici e tanti cittadini, parlamentari in carica e della vecchia guardia, uomini dello sport e dello spettacolo. E poi, a sorpresa, il Papa. Da ieri mattina a questo pomeriggio, a rendere omaggio alla camera ardente per Giorgio Napolitano sono passati tutti. Ministri in carica ed ex, giovani e anziani, compagni di partito e avversari politici, uniti per una volta da ricordi e commozione.
Ieri era stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a portare l’omaggio del governo. Oggi davanti al feretro del Presidente emerito della Repubblica, coperto dal Tricolore, sono sfilati tanti ministri. Da Elisabetta Casellati a Gilberto Pichetto Fratin, da Raffaele Fitto al titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, al vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che con i cronisti, prima di lasciare Palazzo Madama, ha ricordato i “tanti anni di lavoro trascorsi insieme al Parlamento europeo. Ci siamo confrontati tante volte e c’era un grande comune rispetto sia pure su fronti politici differenti”.
Commosso è stato anche il ricordo di Giancarlo Giorgetti. Sul libro delle condoglianze il ministro dell’Economia ha scritto: “Caro Giorgio, mi hai insegnato tante cose magari anche un po’ di ‘stile’ e mi hai lasciato un marchio sicuramente immeritato di ‘saggio’. Grazie!”. Il riferimento risale a oltre dieci anni fa, al marzo del 2013, quando Napolitano nominò dieci ‘saggi’ provenienti dal mondo politico ed economico per redigere un programma di riforme sul quale costruire una maggioranza parlamentare che sostenesse il nuovo governo. Tra gli esperti chiamati dall’allora Capo dello Stato, c’era appunto anche Giorgetti e il parlamentare della Lega oggi non lo ha dimenticato. Roberto Calderoli ha riportato le lancette della memoria indietro addirittura di trent’anni: “E’ stato il primo presidente della Camera e il primo Presidente della Repubblica con cui mi sono rapportato e anche scontrato – ha detto il ministro degli Affari regionali conversando con i giornalisti – C’è sempre stata però stima reciproca. Voglio ricordare l’amicizia che sentivamo l’uno per l’altro”.
Emma Bonino ha sottolineato invece il convinto europeismo di Napolitano. “Ci siamo incrociati per tutta una vita. Quello che in me resta più impresso è il suo europeismo determinato, anche all’interno del suo partito, quando ancora non era così convinto”, ha affermato.
A Palazzo Madama sono arrivati nel corso della mattina anche Massimo D’Alema, Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito comunista italiano, e Sergio Cofferati. Dario Franceschini, senatore del Partito democratico, ha definito Napolitano “un grande uomo di Stato e un grande politico, un uomo colto, autorevole e carismatico. Per intere generazioni è stato un maestro di politica, di senso dello Stato e di determinazione”.
Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e patron della Lazio, ha portato con sè al Senato anche due giocatori biancocelesti, Alessio Romagnoli e Ivan Provedel.
Per l’ultimo saluto all’ex Presidente sono arrivati a Palazzo Madama anche il regista cinematografico Giuseppe Tornatore e il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Il feretro di Giorgio Napolitano rimarrà nella sala intitolata ai Caduti di Nassiriya di Palazzo Madama fino a domani mattina. Poi sarà portato alla Camera, dove alle 11,30 saranno celebrati in forma laica i funerali di Stato. (AGI)
FRI