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26 settembre 1687. Il Partenone di Atene parzialmente distrutto dalle forze veneziane guidate da Francesco Morosini

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di Gianni De Iuliis

L’assedio di Atene avvenne durante la prima guerra di Morea tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano.

In seguito alla guerra tra l’Austria e l’Impero Ottomano la Repubblica di Venezia colse l’occasione per cercare di riprendersi i territori persi durante le guerre precedenti. Capitano Generale da Mar venne nominato Francesco Morosini, mentre per comandare i Fanti da Mar venne richiamato dalla Germania Nicolò, conte di Strassoldo.

I Turchi assistevano impotenti allo dispiego delle navi veneziane nel Pireo e si richiusero nella “fortezza”, conosciuta oggi come Acropoli. I Veneziani incominciano l’assedio della città difesa da circa 300 ottomani. Le palle di cannone colpiscono il lato ovest dell’Acropoli dopodiché vengono sparate le palle a parabola discendenti per colpire i soldati avversari. I veneziani hanno 4 mortai da 500 libbre ciascuna. Il comandante veneziano Antonio Muttoni conte di San Felice viene accusato di sparare troppo in alto sicché un tenente delle truppe mercenarie tedesche punta i mortai verso il Partenone (su cui i Turchi avevano costruito un minareto) finché fa centro sulla polveriera facendo esplodere le munizioni e danneggiando gravemente il tempio.

Dopo tre giorni i turchi si arresero ed i Veneziani presero possesso della città di Atene. Morosini lascia il comando della città a Tommaso Pompei mentre riparte per altre battaglie.