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Ue: Letta, la scuola di Politiche lancia l’accademia europea

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Nell’ultima giornata della Summer School della Scuola di Politiche Enrico Letta, fondatore della Scuola, ha dedicato ampio spazio all’Europa e alle nuove sfide che attendono il vecchio continente: “Non dobbiamo avere paura della parola potenza – ha detto Letta rispondendo alle domande degli studenti -. L’Europa deve unirsi e diventare una potenza mondiale. Per difendere i nostri valori e le nostre libertà”. “I prossimi mesi saranno decisivi per i nuovi equilibri europei. É per questo che la Scuola di Politiche, che da sempre ha messo l’Europa al centro del proprio lavoro, insieme alle sue consorelle a Parigi e Barcellona, ha deciso – ha detto – di lanciare la nuova Accademia di politiche europee. Un Erasmus della politica europea che permetterà ai nostri studenti e a quelli delle altre due accademie di lavorare insieme, confrontare punti di vista, elaborare progetti e interagire con personalità, intellettuali, attivisti, rappresentanti delle istituzioni e politici provenienti da tutta Europa. Un catalizzatore europeo di esperienze, saperi, analisi e proposte da e per i giovani. Aggiungiamo – ha ribadito Letta – un nuovo capitolo alla storia della Scuola di Politiche per renderla fino in fondo europea”.
A chiudere la settima edizione della Summer School, sul palco del Teatro di Cesenatico, l’incontro dedicato alle Elezioni USA 2024, con la presidente della Scuola di Politiche, professoressa ordinaria presso l’Università di Sassari, Carla Bassu, in dialogo con Isabella Falautano, dirigente d’impresa e business angel, Paolo Guerrieri, visiting professor presso SciencesPo e Università di San Diego, e Andrea Montanino, economista, già direttore del Fondo Monetario Internazionale. “Le elezioni presidenziali USA – riflette Bassu – non sono solo un termometro dell’umore dell’elettorato ma hanno un peso determinante sull’equilibrio politico mondiale”. In riferimento al sistema elettorale statunitense continua: “è complesso e unico nel suo genere, e dimostra come un modello studiato sulla carta per essere una elezione indiretta e di secondo grado da parte di grandi elettori neutrali, in realtà si sia trasformato in qualcosa di molto diverso, sostanzialmente in una elezione diretta”. (AGI)</ufficiostampa@scuoladipolitiche.eu>
RED/GIL