Cinquantaquattro tappe tra borghi e sentieri segnati dal passaggio nei secoli di fedeli e pellegrini e che hanno costituito le vie che legavano le attività umane delle piccole comunità.
E riproposti oggi nel segno del turismo lento e sostenibile.
Dal 2 al 7 ottobre parte la seconda edizione di “Noi camminiamo in Sardegna”, progetto di rete – gode del patrocinio del ministero al Turismo – voluto dall’ assessorato regionale guidato da Gianni Chessa in collaborazione con Terre di mezzo editore e Gist, gruppo italiano stampa turistica. Settanta i comuni coinvolti, 15 i percorsi, sette i cammini: Minerario di Santa Barbara, Santu Jacu, San Giorgio Vescovo di Suelli, Sant’Efisio, 100 Torri, le Vie dei Santuari e Francescano in Sardegna. Otto le destinazioni di pellegrinaggio: Borutta, Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Occasione per passeggiate tra scenari ambientali, storici e paesaggistici e a contatto con le comunità, con un ritmo giusto, salutare. Tra luoghi ricchi di testimonianze millenarie e dalla forte valenza storica, senza guardare l’orologio ma godendo di spazi, silenzi, bellezza.
Alcuni tratti di ogni cammino saranno testati da 500 tra esperti e giornalisti. Le loro esperienze saranno raccolte in un evento finale il 7 ottobre a Laconi. “Ci diranno quali meritano di essere raccontati al mondo – spiega l’assessore Chessa – Grazie a questo progetto sono arrivati oltre due milioni del Funt, il fondo unico nazionale per il turismo, per valorizzare la rete dei cammini attraverso la segnaletica”.
Identità, tradizioni, ospitalità le parole chiave del progetto che coinvolge tra i partner la Conferenza episcopale sarda con la quale la Regione ha firmato un protocollo di intesa legato al turismo religioso per la formazione delle guide. Sono tante le suggestioni che promettono gli itinerari. Strade che si affacciano sul mare, antichi sentieri minerari, paesaggi di straordinaria bellezza o lo spettacolare faraglione del Pan di Zucchero che affiora dall’acqua lungo il Cammino di Santa Barbara.
Ancora: “Con 100 Torri – racconta Renato Tomasi, responsabile del settore valorizzazione territoriale della Regione – si apre una diversa prospettiva del mare da Villasimius a Baunei. Quello di San Giorgio invece permette una immersione tra i paesaggi ogliastrini, per poi scoprire la cultura francescana passando per Sanluri o Gesturi. Dal sud al nord sulle tracce di Santu Jacu con tappe a Noragugume e Ittireddu. Un’altra esperienza significativa è quella di Borutta per vivere assieme ai monaci l’esperienza profonda all’interno dell’unico monastero benedettino esistente in Sardegna”.
“Un altro volto dell’Isola da godere tutto l’anno – sottolinea Ada Mascheroni, vice presidente di Gist – in una terra vocata alla modalità dolce nell’ottica di un turismo sostenibile”.
Fonte: ANSA