Concentrare le risorse su pochi interventi mirati, dal taglio del cuneo fiscale alla sanità, passando per le pensioni e le politiche per la famiglia. All’indomani del vertice di maggioranza sulla prossima legge di bilancio la premier Giorgia Meloni ribadisce la rotta tracciata nei giorni scorsi. Secondo fonti parlamentari la prossima finanziaria potrebbe valere circa 30 miliardi di euro, le risorse sono limitate e dunque il governo dovrà operare delle scelte. Solo per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale serviranno circa 10 miliardi, praticamente un terzo della manovra, mentre 5/6 andranno per le spese indifferibili, altri 3 dovrebbero essere appannaggio degli interventi sulla sanità, tra interventi sulle buste paga e snellimento delle liste di attesa. Per il resto delle misure i fondi sarebbero dunque contati. Dettaglio non marginale per una manovra che precede di 6 mesi la tornata elettorale delle europee.
Secondo la premier la strategia più appropriata in vista della stesura della prossima legge di bilancio “è concentrare le poche risorse a disposizione su quello che offre un maggiore moltiplicatore in termini economici, che ha più impatto. Quindi concentrarsi su alcuni grossi provvedimenti”. Tra i macro temi elencati dalla premier spiccano “redditi e salari”, le pensioni “con particolare riguardo a quelle dei giovani di oggi”, e poi misure su sanità, famiglie e natalità.
“L’impegno nella legge di bilancio che stiamo andando a preparare è di confermare l’aumento degli stipendi e delle pensioni, soprattutto per chi guadagna di meno, andando a chiedere un po’ di soldi alle banche che stanno guadagnando decine di miliardi di euro”, chiosa il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Mentre l’altro vice, Antonio Tajani, aggiunge: “La maggioranza è compatta pur avendo visioni diverse. Come Forza Italia, puntiamo sul lavoro e sul potere d’acquisto degli stipendi, siamo di conseguenza favorevoli al taglio del cuneo fiscale, ad affrontare le pensioni dei pensionati ma anche dei giovani, e la grande questione della sanità sulla quale bisognerà intervenire”. La maggioranza punterebbe ancora su un approccio prudente, riferiscono fonti parlamentari, per non creare aspettative che poi potrebbero rimanere deluse. Sarebbe questo il ragionamento emerso ieri nel corso del vertice a Palazzo Chigi. La linea sarebbe quella di evitare fughe in avanti nella comunicazione dei singoli contenuti della manovra, mentre per i numeri reali sull’entità delle risorse a disposizione bisognerà attendere la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, attesa entro il 27 settembre.
Da ieri si parla di un possibile innalzamento del deficit al 5%, rispetto alla previsione del 4,5% fissata nella Nadef. Molto dipenderà dall’esito della trattativa in corso a Bruxelles sulle nuove regole del Patto di stabilità, in assenza di un compromesso da gennaio potrebbero tornare in vigore i vincoli di spesa fissati nell’epoca pre Covid. “Sono convinta che sia importante riuscire a modificare le regole della governance prima che rientrino in vigore i vecchi parametri e se non si riesce proporrò di prorogare le attuali regole perché tornare ai parametri pre Covid produrrebbe una contrazione dell’economie già in sofferenza importante. Bisogna correre e credo sarebbe drammatico ritorno alle vecchie regole”, sottolinea Meloni.
Le opposizioni restano critiche, soprattutto nei confronti delle contestazioni al peso del Superbonus sui conti pubblici avanzate da parte della maggioranza, sostenendo che le forze che sostengono il governo attacchino il provvedimento per nascondere la difficoltà nel reperire le risorse in vista della legge di bilancio. Il provvedimento sui bonus di ristrutturazione edilizia varato per la ripresa economica durante la pandemia secondo alcune stime sarebbe costato finora poco più di 100 miliardi di euro, a fronte di una previsione iniziale di un terzo della cifra. (AGI)
MAN