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Valditara: riparte la scuola, ecco tutte le novità 

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Il ministro dell’Istruzione ha affermato  che “le nomine in ruolo effettuate sono state 2.813 in più rispetto allo scorso anno, così come abbiamo avuto 15.900 posti vacanti in meno”. Per migliorare l’offerta formativa ci sarà più tempo scuola e un fondo specifico per azioni di recupero sociale e psicologico nelle realtà più difficili

AGI –  “I dati di quest’anno sono certamente migliori rispetto allo scorso anno, per quanto riguarda le immissioni in ruolo noi abbiamo realizzato una copertura dei posti pari al 79,9% relativamente ai posti autorizzati, l’anno scorso fu solo del 47, 4%, le nomine in ruolo effettuate sono state 2.813 in più rispetto allo scorso anno, così come abbiamo avuto 15.900 posti vacanti in meno”: così il ministro per l’Istruzione Giuseppe Valditara ospite di Agorà Estate su Rai 3, riferendo i dati in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico.

“Il ricorso ai supplenti per coprire l’organico di diritto – ha spiegato ancora Valditara – è pari al 10,9%, l’anno scorso fu del 15%, con un abbattimento di un terzo”. Tra le novità annunciate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per il via del nuovo anno scolastico, c’è quella di dare ai ragazzi delle opportunità nuove, puntando anche su un forte processo di semplificazione.

“Per quanto riguarda le immissioni in ruolo – ha spiegato Valditara – il tempo passato da un docente on line è diminuito di circa il 35%, per quanto riguarda le istanze fatte da un supplente il tempo è stato abbattuto del 50%, gli studenti hanno potuti presentare la domanda da remoto e non recandosi personalmente a scuola: tante novità – ha concluso il ministro – tra cui anche un istituto nuovo, la Call veloce, che ha consentito di recuperare, per quanto riguarda il sostegno, una serie di posizioni in più rispetto allo scorso anno”.

Più tempo scuola

Per migliorare l’offerta formativa in particolare nel Mezzogiorno ci sarà  “Più tempo scuola, quindi ragazzi che al pomeriggio non saranno abbandonati a se stessi, docenti pagati per attività extracurriculari, estensione del tempo pieno, formazione specialistica per questi docenti impegnati e la collaborazione di due nostre istituzioni specializzate nella formazione per far sì che questi percorsi formativi siano sempre più efficaci”.

“Anche lo sport – ha sottolineato il ministro – le palestre, svolgono una funzione importante, ma ci sarà un fondo specifico per quelle realtà più difficili per svolgere azioni di recupero sociale e psicologico. La scuola avrà delle risorse proprio per andare a prendere questi ragazzi, usare lo psicologo, intervenire – ha concluso Valditara – per portare a scuola questi ragazzi e far sì che possano inserirsi in un contesto scolastico”.

Il ruolo del docente tutor

Altra novità riguarda “il docente tutor” che “svolgerà una funzione importante nella personalizzazione della formazione, insieme con gli altri colleghi: sarà un coordinatore. La mia idea di scuola è quella di una scuola costituzionale, ritagliata su misura dei talenti e delle abilità del singolo studente, in modo da valorizzarlo e di far sì che sia anche consapevole e possa scegliere adeguatamente il percorso successivo”.

“L’idea di valorizzare le figure di docenza rientra nel discorso di ridare autorevolezza agli insegnanti – ha concluso Valditara – questo è un primo passo, sono quasi 5.000 euro lordi all’anno ovviamente, ma è un primo passo significativo, perchè ci mettiamo per la prima volta delle risorse per pagare anche quelle risorse extracurriculari di formazione, recupero e potenziamento”.

Nel decreto legge contro la criminalita’ giovanile esaminato in Consiglio dei ministri si punta anche a rafforzare l’obbligo scolastico. Per quanto riguarda l’inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori, chiunque – si legge nella bozza del dl visionato dall’AGI sul tavolo del pre-Cdm – rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, d’impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria è punito con la reclusione fino a due anni”.

“Non ha altresì diritto all’Assegno di inclusione il nucleo familiare per i cui componenti minorenni non sia documentata la regolare frequenza della scuola dell’obbligo”, si legge ancora nella bozza del dl.