AGI – “No definitivo ad accordi ad personam. Le ‘fuitine’ e gli amori clandestini non mi interessano, è possibile un’alleanza solo attraverso un ‘matrimonio di interessi’, con un progetto politico serio”. Intervistato dall’Agi, Cateno De Luca, attivissimo sindaco di Taormina, deputato dell’Ars e leader di Sud chiama Nord, parla delle sue mosse future e torna a lanciare un messaggio, tra gli altri, a Matteo Renzi.
“Ho rifiutato di incontrare Berlusconi e di essere il candidato del centrodestra alle Regionali, dove avrei vinto con il 70%, figuriamoci se per un seggio a Bruxelles metto in piedi accordi innaturali“, spiega De Luca che si definisce ‘Imperatore delle Due Sicilie’ e manda allora l’ennesimo messaggio al leader di Italia Viva che aveva aperto a un’alleanza in vista delle Europee.
“La mia vita non cambia se eleggo un europarlamentare, il mio è un progetto a lungo termine e questo a Renzi e Calenda l’ho già spiegato più volte”, rivendica. L’uomo che alle scorse Regionali ha ottenuto mezzo milione di voti senza l’appoggio di alcun partito non riesce a stare fermo e dopo nemmeno tre mesi dal successo di Taormina si prepara anche alle suppletive di Monza, per il seggio vacante in seguito alla scomparsa di Silvio Berlusconi.
“Per me queste elezioni sono un aperitivo – conferma – serviranno per verificare l’indice di gradimento, ma l’obiettivo è quello di ottenere un risultato a due cifre”. “Sud chiama Nord non vuole rievocare sedute spiritiche, se lo mettano in testa i politici che hanno bisogno di indossare maschere”, annota con una metafora pirandelliana. “Io – racconta di sé – sono uno sturziano, esco dalla scuola democristiana e mi definisco uno statista di frontiera. Voglio creare qualcosa di diverso, di nuovo”.
L’ennesima rincorsa all’ormai mitico Centro? “Il civismo è un’altra cosa, abbiamo aperture in Puglia e anche al Nord la vecchia Lega è in fibrillazione. Ho già incontrato Castelli e ora – anticipa – voglio parlare con Umberto Bossi per lanciare un messaggio chiaro: c’è una forte richiesta di una Lega che torni alle proprie origini, con le macroregioni, e la mia visione è proprio quella di uno Stato confederale, che ponga fine a una visione romanocentrica”.
Inevitabile parlare di Autonomia: “Un progetto, quello di Calderoli, che definisco criminale, perché i Lep partono da un dato di fatto discriminatorio, non c’è uniformità, ma consolidamento della spesa storica. Il Sud partirebbe già con un netto svantaggio“.
Del resto, il decentramento e la lotta al romacentrismo rimangono uno degli obiettivi principali di Sud chiama Nord: “Voglio che si ponga fine a una visione centralista dello Stato che da trent’anni non riesce a ridurre di un solo euro il debito pubblico. È arrivato il momento che i sindaci, in quanto ‘front office’ e perennemente in trincea, abbiano la possibilità di gestire realmente il proprio territorio e le proprie risorse. Ecco perché è fondamentale che la rete di civismo si sviluppi”.
Non si sottrae, De Luca, dal commentare il caso Vannacci: “La libertà di espressione per ogni individuo e’ sacra, ma se ricopri un ruolo istituzionale e rappresenti i vertici delle Forze Armate non puoi fare il libero pensatore. Non sei pagato per scrivere libri. Non condivido assolutamente – scandisce – ciò che ha scritto, soprattutto perché non sono affermazioni verbali, frutto di una dichiarazione del momento, ma scritte. Quindi c’è l’aggravante. E la difesa di Salvini – attacca – è puro sciacallaggio per rubare consenso a destra”.
E a proposito del ministro delle Infrastrutture e delle stoccate indirizzategli a proposito del progetto del Ponte sullo Stretto, De Luca conferma che i mattoncini Lego che aveva evocato polemicamente “glieli ho inviati davvero. E si e’ pure infuriato per il biglietto che accompagnava il regalo”.