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Usa: Georgia, nell’atto di incriminazione i 12 tweet di Trump

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Nei più di 150 “atti” messi in campo per tentare di sovvertire il verdetto delle elezioni presidenziali del 2020, ci sono anche dodici tweet scritti da Donald Trump, e che la procura di Fulton County, Atlanta, Georgia, ha inserito nell’atto di incriminazione, il quarto in cinque mesi per il tycoon. Il 3 dicembre 2020 Trump aveva scritto: “Audizioni sulla Georgia adesso su @Oann. Interessante”. OAnn è la rete conservatrice che fece da megafono alle accuse di brogli lanciate da Trump. Un’ora dopo l’allora presidente era tornato a parlare su Twitter: “Wow, una testimonianza esplosiva proprio ora in Georgia. Urne riempite dai Democratici mentre i Repubblicani sono stati costretti a lasciare la stanza del conteggio dei voti. Molto altro in arrivo, ma già questo significa che abbiamo vinto facilmente lo Stato”.
Nell’elenco sono stati inseriti altri tre tweet scritti da Trump il 30 dicembre 2020, riguardo le audizioni presso la sottocommissione Giustizia del Senato della Georgia. In uno, l’allora presidente attaccava il governatore dello Stato, il Repubblicano Brian Kemp: “Dovrebbe dimettersi – scriveva Trump – è un ostruzionista che si rifiuta di ammettere che abbiamo conquistato la Georgia alla grande! Abbiamo vinto anche in altri Stati in bilico”. Un’ora dopo il tycoon aveva invitato a collegarsi con la diretta streaming del’audizione. Alle 6 di pomeriggio, terminata l’audizione, Trump aveva di nuovo rilanciato le false accuse sui brogli. “Adesso abbiamo molti più voti di quanti fossero necessari per riprendersi la Georgia”. “C’è stata una gigantesca frode elettorae – aveva aggiunto – grazie Georgia per questo incontro rivelatore”.
Il 3 dicembre il tycoon aveva attaccato il governatore Kemp. “Persone in Georgia sono state beccate – scriveva Trump – mentre inserivano un grande numero di schede elettorali nelle macchine. Grande lavoro @BrianKempGA”. Il post non era accompagnato da prove. Tre giorni dopo lo stesso governatore e il suo vice, Geoff Duncan, avevano pubblicato un comunicato in cui dichiaravano “incostituzionale” che i grandi elettori usciti dalle urne si dichiarassero a favore di Trump quando in realtà a risultare vincitore era stato Joe Biden.
“Ma che sorpresa – aveva scritto su Twitter il tycoon – qualcuno ha informato il governatore e il suo pupazzo di vice che possono facilmente risolvere questo casino e convocare una sessione speciale? E’ facile”.  Un altro tweet, scritto a inizio gennaio, faceva cenno alla telefonata con il segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, quella passata poi alla storia in cui Trump gli aveva chiesto di trovare 11.780 voti, sufficienti a ribaltare il verdetto elettorale, visto che Biden aveva vinto con una stretta maggioranza di 11.779 voti. “Ho parlato al segretario di Stato Brad Raffensperger – aveva scritto l’allora presidente – riguardo Fulton County e i brogli elettorali in Georgia”. “Lui – aveva aggiunto – non voleva, o non era in grado, di rispondere a domande riguardanti schede nascoste, distruzione di urne, elettori arrivati da fuori Stato, elettori defunti. Non sa cosa dire”.