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Migranti: Unicef, Unhcr e Oim, coordinare ricerche e soccorso

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(AGI) – Roma, 9 ago. – Servono “meccanismi coordinati di ricerca e soccorso” e occorre “chiedere agli Stati di aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle loro responsabilità”. Lo sostengono l’Oim, l’Unhcr e l’Unicef, le tre organizzazioni delle Nazioni Unite presenti a Lampedusa a supporto delle autorità sia in fase di sbarco, che di prima accoglienza, per garantire che le persone richiedenti protezione internazionale possano farne richiesta e che le persone con bisogni specifici vengano prontamente individuate, e nel supporto ai trasferimenti. Le organizzazioni “rinnovano l’appello per un accesso più ampio a percorsi legali più sicuri per la migrazione e l’asilo nell’Unione Europea, per evitare che le persone debbano ricorrere a viaggi pericolosi in cerca di sicurezza e protezione”. In una nota congiunta, L’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati e l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, “esprimono profondo cordoglio per la perdita di decine di vite umane in seguito a un terribile naufragio che risulta avvenuto fra giovedì 3 e venerdì 4 agosto nel Mediterraneo

Secondo le testimonianze “delle quattro persone sopravvissute – un minore non accompagnato di 13 anni, una donna e due uomini – soccorse da una nave mercantile e portate oggi in salvo a Lampedusa dalla Guardia Costiera italiana, sarebbero 41 i dispersi, tra cui 3 bambini. Il barchino di ferro, partito da Sfax (Tunisia), sembrerebbe essersi ribaltato durante la navigazione. Le condizioni meteomarine proibitive di questi giorni rendono smisuratamente pericolose le traversate su barchini di ferro inappropriati alla navigazione: questo evidenzia l’assoluta mancanza di scrupoli dei trafficanti che in questo modo espongono migranti e rifugiati a rischi altissimi di morte in mare. Solo pochi giorni fa una mamma e un bambino avevano già perso la vita al largo dell’isola. I numeri di oggi aggravano il bilancio delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo centrale. Secondo il Missing Migrants Project dell’OIM sono già oltre 1.800 le persone morte e disperse lungo la rotta, che si attesta ancora tra le più attive e le più pericolose a livello globale, con oltre il 75% delle vittime nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni”. (AGI)
RED/MLD