Siamo vicini a un punto di non ritorno. L’Amazzonia, la mia terra ancestrale, potrebbe diventare una landa arida. Il suo declino innescherà un aumento catastrofico dell’anidride carbonica e metterà a rischio la nostra stessa esistenza. Ma c’è ancora una speranza: il nuovo presidente del Brasile sta per riunire i leader dei Paesi amazzonici per un vertice storico, un’occasione unica per ottenere misure di protezione vitali contro quei taglialegna e minatori che vogliono continuare a distruggere la foresta.
Mi chiamo Txai Suruí. Poche settimane fa, io e mia madre siamo state tenute in ostaggio per cinque ore da allevatori abusivi.
Questi uomini mi vedono come una nemica perché ho dedicato la mia vita a proteggere la foresta, ma non capiscono che sto lottando anche per loro.
L’Amazzonia, dove il mio popolo vive da più di 6mila anni, è vicina a un punto di non ritorno ecologico che potrebbe trasformarla in una landa desolata.
Se non preveniamo questo collasso, l’atmosfera diventerà satura di anidride carbonica e la Terra si inaridirà, condannando 10mila specie all’estinzione. E la sopravvivenza di tutti noi, indigeni, allevatori, abitanti del Brasile e di tutto il mondo, sarà in pericolo.
Ma abbiamo un’ultima opportunità: i leader dei Paesi dell’Amazzonia si incontreranno in un vertice storico per difendere la foresta. Questa potrebbe essere l’occasione decisiva: dobbiamo convincerli a proteggere l’80% della foresta e a riconoscere definitivamente le terre indigene. La nostra voce dovrà essere più forte di quella degli allevatori.
Unisciti a me per difendere la foresta che connette e sostiene tutti noi, e farò arrivare la nostra voce direttamente ai leader al vertice
Il mio popolo, i Paiter Suruí, lotta da secoli per difendere la foresta. Abbiamo avuto molte delusioni, ma questo vertice ha riacceso la speranza. Dopo anni di deforestazione incontrollata, sfruttamento minerario e violenza in Amazzonia, i governi finalmente sembrano pronti ad adottare misure efficaci per permettere a tutti di esistere in armonia con la foresta.
A luglio 2023, il nuovo governo brasiliano ha ridotto la deforestazione di oltre il 60% rispetto al luglio precedente, ma non è sufficiente: possiamo evitare la catastrofe solo se altri Paesi contribuiranno alla difesa dell’Amazzonia. È per questo che Avaaz sta organizzando la più grande campagna per l’Amazzonia di sempre, con l’obiettivo di spingere i leader ad agire: grazie alle donazioni degli avaaziani e al sostengo di più di 9 milioni di firmatari in tutto il mondo, le comunità indigene amazzoniche potranno partecipare ai dialoghi e difendere la foresta.
Questo vertice potrebbe innescare un’enorme azione territoriale per salvare la foresta, un attimo prima che sia troppo tardi. Ma abbiamo bisogno del sostegno di tutto il mondo per tener testa a taglialegna e allevatori abusivi e salvare l’ecosistema dal collasso.
Ho visto questa comunità entrare in azione tante volte per proteggere la foresta. Con i suoi alleati, Avaaz ha ottenuto misure di protezione e combattuto politiche dannose. Questo vertice amazzonico può essere un’opportunità per accelerare la protezione di cui la foresta ha disperatamente bisogno, legittimando il mio popolo e le altre comunità che la abitano. Possiamo riuscirci insieme.
Con speranza e determinazione,
Txai Suruí e tutto il team di Avaaz