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Per non dimenticare, i carabinieri arrestano Mussolini

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Dalla relazione “Arresto Detenzione Liberazione di Mussolini”, redatta dal generale dei Carabinieri Filippo Caruso. «…I capitani Raffaele Aversa e Paolo Vigneri vengono telefonicamente convocati verso le ore 14 deI 25 luglio nell’ufficio del ten. col. Giovanni Frignani (…) Dal Comando Generale frattanto era stato diramato l’ordine di tenere consegnati dalle 16 in poi tutti i militari dell’Arma. Alla sede del Comando di Gruppo in viale Liegi si trovavano già il Comandante Generale dell’Arma Angelo Cerica e il Commissario di P.S. Carmelo Marzano, direttore dell’autodrappello del Ministero dell’Interno (nota: il Ministero dell’Interno nulla sapeva)… «II ten. col. Frignani espone, illustra e commenta ai due capitani le modalità esecutive dell’ordine ricevuto. Poco dopo giungono il questore Morazzini, addetto alla Casa Reale, in autoambulanza con a bordo tre agenti di P.S. in abito civile e un automezzo destinato al trasporto dei 50 militari dell’Arma e si portano al Gruppo squadroni della “Pastrengo”… Qui il capitano Vigneri, al quale il superiore ha commesso in termini drastici la consegna di catturarlo vivo o morto, sceglie tre sottufficiali che dovranno prestargli man forte in caso di necessità, prima di ricorrere ultima ratio alle armi… Preceduti dalla vettura del Questore Morazzini… dopo una sosta al cancello di via Salaria vengono ancora percorsi un centinaio di metri dentro Villa Savoia». Segue la descrizione dello spiegamento delle Forze e il chiarimento delle ultime «riluttanze» per l’arresto del Duce. Tuttavia (Frignani), che di ritorno dalla villa era turbato e contrariato, si ricompone subito, ed esclama: «Noi in ogni caso lo arrestiamo ugualmente». Frignani rientra di nuovo nella villa e ne esce poco dopo con la notizia che Mussolini si trova ancora a colloquio col Sovrano e che l’arresto si farà… Il piccolo gruppo, formato dai due capitani e dai tre vice brigadieri (per la storia: Bertuzzi, Gianfriglia e Zenon), avanza e – quasi contemporaneamente – si scorge il Duce… Il capitano Vigneri gli va incontro e, stando sull’attenti, dice: «Duce in nome di S.M. il Re vi preghiamo di seguirci per sottrarvi ad eventuali violenze da parte della folla». Mussolini… risponde. «Ma non ce n’è bisogno!». «Duce», riprende il capitano Vigneri, «io ho un ordine da eseguire». «Allora seguitemi», risponde Mussolini, e fa per dirigersi verso la sua macchina. Ma l’ufficiale gli si para dinnanzi: «No. Duce», gli dice, «bisogna venire con la mia macchina»… Dinanzi all’autoambulanza Mussolini ha un attimo di esitazione, ma Vigneri lo prende per il gomito sinistro e lo aiuta a salire. Sono esattamente le ore 17,20.

 

Fonte: carabinieri.it