Di Ettore Minniti
“Il nemico ha iniziato questa notte, con l’appoggio di poderose formazioni navali ed aeree e con lancio di reparti paracadutisti l’attacco contro la Sicilia. Le forze armate alleate contrastano decisamente l’azione avversaria. Combattimenti sono in corso lungo la fascia costiera sudorientale” (Bollettino di guerra n. 1141 del 10 luglio 1943.
Come è noto, la ‘storia è scritta da vincitori, anche con il sangue dei vinti’. Nel quadro della campagna di Sicilia, svolta dagli anglo-americani-canadesi, conosciuta come ‘Operazione Husky’, la battaglia nella piana di Gela e dintorni è stata sottovalutata, per non dire dimenticata. Di fatto, la battaglia di Gela impedì agli americani di effettuare una rapida avanzata verso Nord per tagliare in due l’Isola. Tant’è che il Gen. Patton, comandante la settima Armata americana, emanò l’ordine del “Pronti al reimbarco!”.
La verità storica è che i soldati italiani obbedirono alle leggi della Patria, con alto senso del dovere e dell’onore, sacrificando la loro stessa vita, ma sui quali è sceso l’oblio del ricordo. Una storia volutamente dimenticata nell’immediato dopoguerra, per ragioni di opportunità politica del momento.
A riscrivere quella pagina di storia il saggio storico, scritto a due mani da Reale Salvatore e Giovanni Iacono, “Tre giorni vissuti da Eroi!”.
Le ragioni che ci hanno spinto a scrivere un nuovo libro sulla battaglia di Gela, nonostante le pregevoli opere degli ultimi decenni – ci racconta Salvatore Reale da Caltagirone – sta nel presentare per la prima volta tutti i fatti d’arme che coinvolsero quella zona grazie alle migliaia di verbali di interrogatorio di Ufficiali italiani catturati in Sicilia che, ricchi di dettagli, consentono di ricostruire la microstoria oltre che presentare i propri stati d’animo coi timori, le ansie, paure ma anche il senso del dovere. Verbali che abbiamo confrontato tra loro e con le relazioni ufficiali italiane ed americane già note trovando sorprendentemente moltissime conferme. Abbiamo utilizzato le testimonianze anch’esse inedite di reduci e testimoni civili, verificato le dinamicità delle azioni grazie alle competenze del mio amico e coautore, Giovanni Iacono che si occupa di Dottrina militare ed approfondito lo studio in altre specialità dell’esercito quali il Genio e l’Artiglieria. In tutto ciò nel libro che è di storia militare si sposano le esigenze del pubblico di nicchia con quelle del grande pubblico consentendo a quest’ultimo di seguire lo svolgimento dei fatti di ora in ora nella loro dinamicità. Naturalmente si riportano anche i pochi casi di abbandono del posto di combattimento. Il titolo può trarre inganno ma non enfatizza le gesta degli italiani. In realtà l’arco temporale trattato non termina al 12 luglio ma va oltre seguendo dal 12 le vicende della Divisione di Fanteria “Livorno” fino al 19 luglio quando la stessa cessò di essere un’unità organica. La bontà del lavoro è stata premiata con la concessione del Patrocinio gratuito dell’Ufficio Storico dell”Esercito e la premessa del Capo Ufficio dello Stato Maggiore Esercito.
Per chi ha voglia e desiderio di conoscere i fatti del tempo, descritti scevri da contenuti ideologici, auguriamo buona lettura e una serena riflessione.