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1889, SULLIVAN AL 75ESIMO ROUND VINCE L’ULTIMO INCONTRO DI BOXE A MANI NUDE

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Il pugilato è uno sport troppo violento? Meglio non dirlo a John Lawrence Sullivan, altrimenti arriva uno sganassone in pieno volto in grado di mandarvi ko. Ovviamente non accadrà mai: Sullivan, deceduto più di cent’anni fa, l’8 luglio 1889 è stato il vincitore dell’ultimo campionato di pugilato a mani nude che si è disputato nella lunga storia di questo sport.

La chiamano “noble art”, ma al di là del termine aristocratico e gentile i due energumeni sul ring se le danno di santa ragione. E, negli anni, di cambiamenti ce ne sono stati parecchi. A partire dai protagonisti: non più nobili muscolosi che imparano a “danzare” sul ring e a cimentarsi in una sana scazzottata, bensì soprattutto gente “rubata alle galere”, che proviene dalla strada e sa cosa significhi prendersi a pugni per stare al mondo.

Sullivan, considerato il primo campione dell’era moderna, a sua volta è un personaggio. Prete mancato, con anni di frequentazione scolastica nel seminario di Boston, appassionato di teatro. Si cimenta con ottimi risultati anche nel baseball, poi scopre che invece di porgere l’altra guancia gli dà più soddisfazione colpire duro su quella dell’avversario.

Pugile atipico anche nel fisico, con i suoi 85 chili distribuiti in 179 centimetri di altezza: meno imponente, ma più agile, rispetto a molti suoi avversari. E decisamente potente, oltre che ottimo incassatore: in breve tempo diventa per tutti “the Boston strong boy”. La fama cresce quando nel febbraio 1882 manda al tappeto al nono round Paddy Ryan, considerato il migliore in circolazione.

Dimenticate i pugili di oggi e la lunga preparazione fisica e tattica che li avvicina a ogni incontro. Sullivan tra il 1883 e il 1884 decide di monetizzare attraversando tutti gli Stati Uniti e sfidando avversari in ogni città: in 8 mesi disputa 195 incontri in 136 città diverse. L’obiettivo dei suoi avversari diventa non più quello di vincere, bensì quello di resistere più di 4 round. Uno solo riuscirà nell’impresa.

Nel 1889, ormai indebolito dall’età e dall’abuso di alcol, affronta Jake Kilrain nell’ultimo incontro della storia disputato a mani nude e secondo le vecchie regole. Non si vince ai punti, come accade spesso oggi, ma solo dopo aver spedito l’avversario nel mondo dei sogni. Sullivan si aggiudica l’incontro al 75esimo round, dopo aver rischiato la sconfitta al 44esimo a causa di un whisky ghiacciato.

Ironia della sorte: nel 1892 sale di nuovo sul ring indossando per la prima volta i guantoni. Sarà la prima sconfitta della sua carriera e la prima in assoluto del pugilato moderno.

Di Gualfrido Galimberti – fonte: seietrenta.com/