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Francia, scontri e proteste. Un morto nei disordini, Macron: “State a casa”

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 “Niente giustifica la violenza”. Parla così, di una “situazione inaccettabile”, il presidente francese Emmanuel Macron dopo la morte del 17enne Nahel e la violenza e gli scontri nati con le proteste dopo quanto accaduto. Un giovane è morto oggi dopo essere precipitato la notte scorsa dal tetto di un supermercato. Fonti polizia citate da Le Figaro, riferiscono che il ventenne è precipitato dal tetto di un supermercato di Petit-Quevilly, in Normandia “nel quadro di un saccheggio”. Secondo la procura di Rouen in quel momento non erano in corso sommosse davanti al centro commerciale.

 

“C’è una strumentalizzazione inaccettabile della morte di un adolescente, che tutti deploriamo, quando il momento dovrebbe essere di raccoglimento e rispetto”, ha detto Macron dopo la riunione dell’unità di crisi che ha presieduto. Nahel è stato ucciso tre giorni fa a Nanterre da un poliziotto durante un controllo di routine che il giovane avrebbe cercato di evitare. Al termine della riunione della cellula interministeriale di crisi Macron ha annunciato il dispiegamento di “mezzi supplementari” per contenere le violenze di questi giorni.

Macron fa appello “al senso di responsabilità dei padri e delle madri di famiglia”, sottolineando che “un terzo dei fermati la notte scorsa sono giovani, molto giovani”. “E’ responsabilità dei genitori tenerli a casa” dice. “In questo contesto, chiediamo a tutti i genitori di assumersi le proprie responsabilità, poiché la situazione che stiamo vivendo è il risultato di gruppi organizzati e attrezzati, ma anche di molti giovani”, ha denunciato Macron, che, citando TikTok e Snapchat, ha sottolineato come “le piattaforme e le reti giocano un ruolo molto importante”. “Verrà richiesta l’identità di coloro che utilizzano i social network per invocare il disordine. Nelle prossime ore adotteremo una serie di misure”, ha anticipato.

Il governo francese ha deciso, inoltre, che saranno cancellati tutti i “grandi eventi” pubblici per contenere le violenze di questi giorni. Lo ha riferito l’emittente Bfmtv, ricordando che i concerti di Mylène Farmer allo Stade de France, previsti stasera e domani, sono già stati cancellati.

E’ salito, intanto, a 875 il numero delle persone fermate in Francia nella terza notte di violenze. Il nuovo bilancio è stato fornito dal ministro dell’Interno Gerard Darmanin, che su Twitter ha scritto: “La scorsa notte, i nostri poliziotti, i gendarmi e i vigili del fuoco hanno ancora volta affrontato, con coraggio, una rara violenza”. In tutto il Paese sono stati dispiegati 40mila tra gendarmi ed agenti di polizia. “Le prossime ore saranno decisive”, scrive Darmanin in una lettera alla polizia e ai pompieri.

“Questa minoranza di delinquenti non rappresenta l’immensa maggioranza degli abitanti dei quartieri popolari”, scrive il ministro. “Le prossime ore saranno determinanti e sono certo di poter contare sul vostro impegno nel rispetto della legge e la deontologia”, ha proseguito, assicurando che “i rinforzi umani e materiali che vi stiamo inviando, vi daranno modo di difendere la repubblica e i suoi valori”.

Stop intanto a bus e tram alle 21 nella regione francese dell’Ile de France, quella dove si trova Parigi, in relazione alle violenze dei giorni scorsi. Lo comunica Ile-de-France Mobilité su twitter, secondo cui “questa misura per la sicurezza del personale e dei passeggeri sarà prolungata ogni sera fino a nuovo avviso”.

Sono circa 1.900 le auto e i veicoli dati alle fiamme in Francia durante i disordini. Ben 934 sono le auto incendiate nella sola area di Parigi, ha riportato Le Parisien. Settantaquattro le vetture bruciate a Strasburgo. Le autorità hanno anche riferito di incendi appiccati in circa 500 edifici pubblici (212 a Parigi), anche commissariati e sedi di municipi. Secondo le notizie riportate da Bfmtv sono stati impiegati quasi 10mila vigili del fuoco.

“Ondata di cancellazioni” negli alberghi francesi a causa dei disordini scoppiati su tutto il territorio nazionale dopo l’uccisione martedì del diciasettenne Nahel da parte di un poliziotto in occasione di un controllo stradale. A suonare il campanello d’allarme è Thierry Marx, il presidente confederale dell’Umih, l’associazione alberghiera francese.

“Il 27 giugno – sottolinea Marx in una nota – un giovane è morto a seguito di colpi di arma da fuoco sparati da un agente di polizia a Nanterre. È scioccante e siamo ancora in preda all’emozione. Da quella data, diverse città in Francia hanno vissuto fortissime tensioni sfociate in violenze. Ogni mattina i nostri presidenti Umih nei dipartimenti fanno i sopralluoghi e mi fanno presente le loro preoccupazioni circa gli attacchi, i saccheggi, le distruzioni di attività commerciali, di ristoranti e dei dehors. I nostri aderenti nel settore alberghiero stanno vivendo un’ondata di cancellazioni delle loro prenotazioni in tutte le aree interessate dagli scontri e dalle distruzioni. Attaccare, danneggiare o addirittura distruggere un ristorante o un bar è ingiustificabile”, rileva il presidente Umih. “Le nostre strutture – spiega – sono intrinsecamente luoghi di accoglienza, e talvolta anche rifugi e luoghi di aiuto in situazioni di crisi. Non dovrebbero subire le conseguenze della rabbia che non hanno suscitato e noi condanniamo queste azioni. L’Umih sta e starà al fianco dei professionisti interessati per sostenerli. Chiediamo alle autorità pubbliche di fare tutto il possibile affinché possiamo esercitare le nostre attività con calma e in piena sicurezza”.

Le proteste per la morte del giovane Nahel arrivano anche nella Guyana francese, dove un uomo di 54 anni è rimasto ucciso da un proiettile vagante, durante gli scontri tra la polizia e alcuni manifestanti. Secondo le prime indagini, l’uomo si trovava sul balcone della sua casa nel quartiere di Cité Stanislas nella capitale Caienna, quando è stato raggiunto da un proiettile vagante intorno alla mezzanotte. Durante i disordini, anche un agente è rimasto ferito, secondo quanto riferito da fonti della polizia al portale France Guyane. La morte del 54enne è stata confermata dal presidente della Collettività territoriale della Guyana, Gabriel Serville, che ha condannato “l’uso di armi da fuoco o di qualsiasi tipo di violenza come quella che ha scatenato questa tragedia”. Fonti della polizia hanno respinto ogni accusa per la morte dell’uomo. “In nessun momento abbiamo usato armi da fuoco. Ci stavamo ritirando quando ci hanno sparato ed è stato uno di quei proiettili ad uccidere questa persona mentre era a casa sua”, hanno sottolineato gli agenti, aggiungendo che la situazione rimane estremamente tesa nel territorio d’oltremare, scenario di mobilitazioni nelle città di Soula, Macouria, Kourou, Balata, Mont Lucas e Village Chinois.