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Quale è stato il primo avvistamento UFO della storia?

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Avvenne il 24 giugno del 1947, quando il pilota privato Kenneth Arnold affermò di aver visto 9 oggetti volanti lucidi che volavano a quasi 2000 km/h.

I dischi volanti sono stati protagonisti di innumerevoli film e serie tv, ma anche romanzi, fumetti e dischi musicali del secolo scorso. Gli UFO, negli anni, sono diventati un vero e proprio classico della fantascienza. Eppure questo argomento non decollò almeno fino agli anni ’50, quando cioè si cominciò a parlare di un avvistamento misterioso. C’è da dire che già nel ’34 gli artisti di fantascienza avevano iniziato a disegnare veicoli spaziali, ma questi assomigliavano più a un sottomarino o a un dirigibile, piuttosto che a un disco volante.

Il primo avvistamento della storia

Tutto è cambiato 75 anni fa. Il 24 giugno 1947 il pilota commerciale Kenneth Arnold stava volando da Chehalis a Yakima (entrambe nello Stato di Washington) su un CallAir A-2. Gli era stata commissionata la ricerca di un aereo da trasporto C-46 dei Marines che si era schiantato vicino al Monte Rainier. Quel giorno, racconta, il cielo era sereno e c’era un vento leggero.

Pochi minuti prima delle 15, a circa 2.800 metri di altitudine nei pressi di Mineral, vide una luce brillante lampeggiare, simile a quella riflessa da uno specchio. Temendo di essersi avvicinato troppo a un altro aereo, Arnold scrutò i cieli, ma l’unica cosa che vide fu un DC-4 a circa 25 km da lui. Trenta secondi dopo, però, vide una serie di lampi luminosi in lontananza, a nord del Monte Rainier. All’inizio pensò potessero essere riflessi sui finestrini del suo aereo, ma quando abbassò il finestrino e si tolse gli occhiali, si accorse che in effetti quei lampi provenivano da strani oggetti volanti.

All’inizio l’uomo pensò potesse trattarsi di un avvistamento di oche, ma lo escluse subito sia per l’altitudine che per la velocità con cui il gruppetto si muoveva. Li descrisse come come una serie di 9 oggetti dalla forma convessa, sebbene in seguitò rivelò che uno degli oggetti assomigliasse più a una mezzaluna. In interviste successive paragonò il loro movimento ai sassolini che saltano sull’acqua. Arnold raccontò poi che di tanto in tanto gli oggetti capovolgevano e viravano all’unisono, provocando lampi di luce quasi accecanti.

Pensò immediatamente di aver assistito al volo di prova di un qualche nuovo aereo militare statunitense. Iniziò a cronometrarne la velocità: disse che si erano spostati dal monte Rainer al monte Adams (dove poi svanirono, 80 km di distanza) in un minuto e quarantadue secondi. Secondo i calcoli, gli oggetti avrebbero dovuto viaggiare ad una velocità di circa 2.700 km/h. Era il triplo della velocità di qualsiasi aereo con equipaggio nel 1947. Non conoscendo esattamente la distanza in cui gli oggetti svanirono alla vista, Arnold arrotondò prudentemente questo valore a 1900 km/h, ancora più veloce di qualsiasi altro aereo conosciuto.

Quando atterrò a Yakima, descrisse ciò che aveva visto ad alcuni amici piloti e il giorno successivo venne intervistato per la prima volta. Senza poter verificare la notizia, l’editore del quotidiano East Oregonian trasmise il racconto all’Associated Press e il 26 giugno Hearst International diffuse il primo comunicato stampa in cui veniva utilizzato il termine “dischi volanti”.

Le conferme di altri testimoni

La storia si diffuse più velocemente di 2000 km/h. Il 4 luglio il Portland Oregon Journal riferì di aver ricevuto la lettera di un certo LG Bernier di Richland, Washington, in cui confermava di aver visto tre strani oggetti volanti volare di taglio verso il monte Rainier, mezz’ora prima dell’avvistamento di Arnold. Una donna di Yakima di nome Ethel Wheelhouse riferì di aver visto diversi dischi volanti che si muovevano a gran velocità più o meno nello stesso periodo dell’avvistamento di Arnold.

Presto ci furono centinaia di avvistamenti segnalati, incluso quello più conosciuto e avvenuto a Roswell, nel New Mexico, il 2 luglio dello stesso anno. Alcuni di questi avvistamenti erano bufale: non era difficile, già a quei tempi, falsificare una fotografia se avevi a portata di mano un frisbee, o un piattino. Altri avvistamenti, invece, riguardavano palloni meteorologici. Non c’è dubbio che questa storia fu un vero e proprio spartiacque tra quello che pensavamo di sapere prima della Guerra Fredda e il progresso tecnologico spaziale che abbiamo sviluppato in seguito. Forse i dischi volanti non sono il mezzo preferito dagli extraterrestri, forse è tutta un’invenzione degli americani per essere sempre i primi in ogni cosa. Fatto sta che pensare di essere soli, in questo universo così grande, beh: secondo me è quella la vera follia.

 

Fonte:  passioneastronomia.it