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GRAHAM PRIEST

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Graham Priest è un filosofo britannico. È stato professore di filosofia presso il CUNY Graduate Center, l’Università di Melbourne e l’Università di St Andrews. Ha svolto i suoi studi presso l’Università di Cambridge e la London School of Economics and Political Science.

Di Giuseppe Maurizio Rossi

Priest è un filosofo e logico contemporaneo, i cui lavori, frutto della sua attività ultratrentennale, hanno contribuito in modo considerevole allo sviluppo del dialeteismo e delle logiche paraconsistenti.

Il dialeteismo è la concezione secondo cui vi sono alcune contraddizioni vere, ossia vi è un qualche enunciato (asserto, proposizione o qualsiasi cosa consideriamo come portatore di verità) α 1 , tale che α e la sua negazione, non-α, sono entrambi veri.

Il sostenitore di tale concezione, il dialeteista, pertanto rifiuta il cosiddetto Principio d’Esclusione (PE)2 , per cui, dato un qualsiasi enunciato α, (PE) non si dà il caso che α e non-α siano entrambi veri. Il tratto distintivo, invece, delle logiche paraconsistenti è che in esse non è valido il principio logico-inferenziale dell’Ex Contradictione Quodlibet (ECQ) e/o il suo corrispettivo semantico, il Principio d’Esplosione (PEs). Presentando, per il momento, in modo informale, questi due principi, si può dire che: dato un qualsiasi enunciato α e un qualsiasi enunciato β, (ECQ) da (α e non-α) è lecito derivare β; (PEs) β è conseguenza logica di (α e non-α). Le logiche paraconsistenti, dunque, invalidando tali principi, non permettono a un qualsiasi enunciato di essere derivabile da una contraddizione o di essere una conseguenza logica di una contraddizione.

Possiamo subito osservare come un dialeteista sia, in qualche modo, costretto ad adottare una qualche logica paraconsistente, se vuole evitare di 1 Per evitare inutili complicazioni grafiche si useranno lettere greche minuscole “α”, “β”,… ecc. come simboli ambigui che staranno, a seconda del contesto, a volte per enunciati, a volte per nomi di enunciati. Il lettore, dunque, troverà enunciati metalinguistici come • α è vero o non-α è vero in cui alla lettera “α” possono essere sostituiti nomi di enunciati e a “non-α” il nome della loro negazione. Ma il lettore troverà anche schemi come • α o non-α in cui alla lettera “α” si possono sostituire enunciati (e non nomi di enunciati).

La terminologia è di Dummett (1978a), p. XIX. 2 accettare un qualsiasi enunciato, accettando una contraddizione.

Ora, il dialeteismo e le logiche paraconsistenti costituiscono ciò che potremmo definire lo sfondo teorico della concezione della negazione proposta da Priest. La sua riflessione sulla negazione sembra prendere le mosse proprio da alcune questioni che sorgono per il fautore di una logica paraconsistente e per il dialeteista. Questi ultimi, rifiutando il principio dell’Ex Contradictione Quodlibet (e/o il suo corrispettivo semantico, il Principio d’Esplosione) e, nel solo caso del dialeteista, anche il Principio d’Esclusione, mettono in discussione principi che, tradizionalmente, sono stati ritenuti costitutivi della negazione. Proprio quest’aspetto ha rappresentato il nucleo di alcune obiezioni mosse contro i fautori delle logiche paraconsistenti e contro i dialeteisti.