Si intitola “Dario Fo e le Opere Buffe di Rossini” la mostra che vuole celebrare, a Napoli, l’incontro tra due grandi maestri del Teatro: il poliedrico artista Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1997, e il compositore Gioachino Rossini il cui nome è indissolubilmente legato al Teatro San Carlo, che diresse dal 1816 al 1822.
La mostra, a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo (nipote di Dario e Franca), si articola in due percorsi espositivi: ‘La Gazzetta: una regia per immagini’, che si inaugura oggi al Memus, il Museo e archivio storico del Teatro di San Carlo, e ‘L’Italiana in Algeri: dal disegno alla scena’, con apertura al pubblico sabato 17 giugno presso le Officine San Carlo, la fabbrica urbana della creatività a Vigliena.
Fotografie, bozzetti, disegni, appunti, articoli e costumi raccontano al visitatore il singolare legame che unisce Dario Fo a Rossini.
In particolare, ‘La Gazzetta: una regia per immagini’ porta lo spettatore sulla scena disegnata da Fo per l’omonima opera di Rossini, la cui prima rappresentazione fu al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1816, e che il maestro mise in scena al Rossini Opera Festival di Pesaro nel 2001 firmandone la regia, i costumi e le scenografie. In mostra anche la maquette, recentemente restaurata, e i costumi originali dello spettacolo del 2001.
Riguardo all’Italiana in Algeri, si tratta di un’esposizione che condurrà il visitatore in un viaggio attraverso la riscrittura registica realizzata da Fo. Il capolavoro di Rossini, che Stendhal definì “la perfezione del genere buffo”, è stato messo in scena da Dario Fo nel 1994 per il Rossini Opera Festival di Pesaro. L’allestimento della mostra è stato realizzato dagli studenti del Laboratorio di Scenografia delle Officine San Carlo diretto da Anna Nasone.
La rassegna si accompagna al debutto di ‘La vera storia del mondo’, il nuovo spettacolo di Jacopo Fo che, presso le Officine San Carlo, porta in scena i partecipanti al Laboratorio di Commedia dell’Arte. In programma, due appuntamenti: sabato 17 e domenica 18 giugno alle ore 19.00. (ANSA).