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Martin Lutero e la Dieta di Worms

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La Dieta di Worms (gennaio-maggio 1521) fu un’assemblea convocata da Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, per trattare, tra le altre questioni, le opere del riformatore Martin Lutero (1483-1546), che aveva osato criticare pubblicamente la Chiesa. Quando rifiutò di ritrattare, Lutero venne accusato di eresia, sancendo così la rottura ufficiale con la Chiesa.

Lutero attirò per la prima volta l’attenzione delle autorità ecclesiastiche dopo la pubblicazione delle sue 95 tesi nel 1518 (scritte però nel 1517). Lutero continuò a predicare, scrivere e pubblicare i suoi attacchi alla Chiesa, venendo scomunicato nel gennaio del 1521, gli fu intimato di comparire di fronte dell’assemblea della città di Worms (pronunciato Verms). Dopo che gli fu promesso un salvacondotto da Federico III di Sassonia (detto il Saggio, 1463-1525), Lutero rispose alla convocazione e si presentò a Worms in aprile. Si rifiutò però di ritrattare e venne perciò accusato di essere un ‘famigerato eretico’ e fuorilegge, diventando così un criminale.

Dopo aver lasciato Worms, Lutero sarebbe stato quasi certamente ucciso se non fosse stato prima catturato dai soldati di Federico III e condotto al castello di Wartburg, dove venne tenuto per essere protetto. In questo luogo, Lutero avrebbe poi scritto una serie di influenti opere tra cui la traduzione, dal latino al tedesco, del Nuovo Testamento. La Dieta di Worms, pertanto, è generalmente considerata come l’evento fondamentale che segnò l’ascesa di Lutero a riformatore cristiano capace di operare al di fuori dell’autorità della Chiesa e di porre le basi per la Riforma Protestante in Europa.

Le 95 tesi di Martin Lutero

Lutero avrebbe messo in discussione l’intera visione, gerarchia, e autorità della chiesa, ma in principio le sue obiezioni si concentrarono sulla vendita delle indulgenze.

Martin Lutero iniziò a mettere in discussione i precetti della Chiesa, privatamante, già attorno al 1513, quandorisolse una crisi spirituale di cui soffriva dopo aver letto la Lettera di San Paolo ai Romani. Il passaggio da Romani 1:17, che include il verso “il giusto vivrà mediante la fede”, lo portò a convincersi che molte delle politiche promulgate dalla Chiesa medievale non erano bibliche poiché imponevano inutilmente ai credenti obblighi non supportati dalle sacre scritture. Con il tempo, Lutero avrebbe messo in dubbio l’intera visione, gerarchia e autorità della Chiesa, ma in principio le sue obiezioni si concentrarono sulla vendita delle indulgenze.

Le indulgenze erano documenti che si acquistavano per la remissione dei peccati, sia per i vivi sia per i morti che soffrivano i tormenti del purgatorio. La vendita delle indulgenze non era una novità al tempo di Lutero, anche se almeno prima queste venivano emesse con la consapevolezza che il beneficiario avrebbe dovuto compiere degli atti di penitenza. Mentre già all’epoca del protoriformatore inglese John Wyclif (1330-1384) e di quello boemo Jan Hus (c. 1369-1415), le indulgenze venivano spesso offerte senza che si richiedesse di osservare alcun atto di penitenza. Tutto quello che si doveva fare, insomma, era pagare una certa quantità di denaro per ricevere un documento che perdonava i peccati commessi in vita o che accorciava la permanenza in purgatorio di una persona cara.

Molti Stati in tutto il Sacro Romano Impero (di cui al tempo faceva parte l’odierna Germania) avevano proibito la vendita delle indulgenze, ma nel 1516, Alberto di Brandeburgo, arcivescovo di Magonza, ottenne il permesso da Papa Leone X di vendere le indulgenze nella sua regione. Alberto aveva preso in prestito ingenti somme di denaro per acquistare la sua posizione ecclesiastica ed ebbe perciò bisogno di un altrettando grande flusso di risorse per essere in grado di ripagare i debiti accumulati. Mentre a Papa Leone X, d’altra parte, servivano soldi per ricostruire la Basilica di San Pietro, a Roma. I due convennero quindi che si sarebbero divisi equamente il ricavato delle vendite, e il frate domenicano Johann Tetzel fu così mandato nell’area nel 1516.

 

Lutero scrisse le sue obiezioni alla vendita delle indulgenze nelle sue famose 95 tesi che, secondo la tradizione, affisse sul portone della chiesa di Wittenberg, dove era professore presso la vicina università. Le 95 tesi erano semplici dispute accademiche, che si prestavano ad essere oggetto di dibattito da parte del clero. Furono inviate ad Alberto di Brandeburgo da Lutero, che non sapeva ancora nulla dell’accordo tra il vescovo e il papa, nell’autunno del 1517. Gli amici e i sostenitori di Lutero tradussero le tesi dal latino al tedesco e le pubblicarono, queste copie furono poi tradotte in altre lingue e si diffusero in Inghilterra, Francia, Italia e in altri paesi, dove ispirarono altre persone a mettere in discussione l’autorità della Chiesa.

 

fonte@ worldhistory.org/