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Canone Rai, una tassa fascista del 1938

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Tutto quello che c’è da sapere sulla storia del Canone Rai, dalla sua nascita alla sua evoluzione nel corso degli anni.

di Patrizia Del Pidio fonte@ investireoggi.it/

 

Come nasce e come si evolve il canone Rai nel corso degli anni? Tutti i contribuenti sanno di dover pagare la tassa per il possesso e la detenzione di un apparecchio televisivo, ma pochi in realtà sono a conoscenza del perchè questa tributo fu istituito e come poi, il canone Rai si è evoluto nel tempo. Vediamo quindi la storia della tassa più odiata dagli italiani.

Istituzione del Canone Rai

Il canone Rai fu istituito nel 1938 dal Governo di Benito Mussolini con il Regio decreto numero 246 del 2 febbraio 1938. Inizialmente la tassa fu voluta per finanziare la propaganda del regime fascista e in un’epoca in cui il televisore era stato inventato da poco ed era esclusiva di pochi cittadini abbienti, il canone era richiesto soprattutto per il possesso della radio e solo dagli anni ’50 in poi, con la diffusione massiccia della televisione, per il possesso del televisore.   Il servizio pubblico televisivo nel 1938 esisteva da soli 4 anni, il canone, quindi, nacque per chi aveva la radio, oltre alla quale non c’era molto altro.

La prima tassa voluta per il canone Rai era di 8 lire ma basti pensare che le mille lire di allora equivalevano a 860 euro di oggi. Ovviamente chi aveva la radio poteva permettersi di pagare la tassa sovvenzionando il servizio pubblico, allora privo delle pubblicità odierne.   La disposizione contenuta nel decreto del 1938 recita quanto segue: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto”.   Questa legge, mai abolita, richiede ancora oggi il pagamento del canone per chiunque sia in possesso o detenga apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radiotrasmissioni.

La Rai, con il passare degli anni ha cercato di estendere la legge, inizialmente nata per televisori e radio, anche agli altri apparecchi elettronici coinvolgendo nel pagamento del canone anche i possessori di computer. Solo nel 2012 il Governo ha chiarito che il canone Rai non era dovuto per il possesso e la detenzione di un pc collegato o meno in rete. Quando nacque l’imposta non esistevano solleciti, raccomandate e minacce per chi non pagava, ma arrivava in casa l’emissario del canone e impacchettava l’apparecchio in un sacco di iuta con sigillo metallico del MEF.

Evoluzione del canone Rai

Come abbiamo detto il canone Rai inizialmente costava 8 lire l’anno. Nel 1954 il costo annuale dell’abbonamento Tv era salito a 15mila lire.   Nel 1977 iniziò la differenziazione di costi per la Tv bianco e nero e quella a colori: per la prima era richiesto un canone di circa 25mila lire mentre per la secondo l’importo era di circa 49 euro.   Andando avanti negli anni la differenziazione tra i due tipi di abbonamento è andata via via assottigliandosi poichè sempre meno italiani avevano un televisore bianco e nero con la massiccia diffusione di quello a colori, ma solo nel 1992 l’imposta si è unificata (basti pensare però che l’anno precedente, 1991, la differenza tra i due canoni era di sole 4mila lire: 138mila lire per la tv bianco e nero, 142mila lire per quella a colori).