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Le associazione di rappresentanza dei gestori degli impianti di rifornimento confermano lo sciopero proclamato per fine gennaio. In particolare, le organizzazioni Fegica e Figisc Confcommercio esprimono ancora una volta la propria delusione per alcune disposizioni del cosiddetto decreto trasparenza, soprattutto per la parte sulle sanzioni contro i benzinai: “A queste condizioni è confermato lo sciopero” già indetto dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27 gennaio.
Stop in attesa del tavolo. “Sul caro carburanti continua lo scaricabarile del governo”, è l’accusa del presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo, mentre il numero uno della Figisc, Bruno Bearzi, avverte che “se domani nell’incontro al Mimit non si riparte dal decreto si conferma lo sciopero”. La serrata degli impianti “contro questo provvedimento inutile e dannoso resta congelata, in attesa dell’incontro di martedì già fissato al Ministero delle Imprese e del made in Italy”, aggiunge la Faib Confesercenti. “In quella sede valuteremo se il governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti”. A scatenare le rimostranze delle associazioni è stato anche l’avvio di un’indagine dell’Antitrust su cinque compagnie petrolifere. Di Vincenzo sottolinea che “dopo che il governo ha certificato formalmente il comportamento assolutamente corretto dei gestori nell’incontro della scorsa settimana, prima la pubblicazione di un decreto pasticciato e senza alcuna efficacia sui prezzi” arriva oggi la notizia dell’avvio di “una istruttoria Agcm che indagherebbe sui petrolieri non per le loro eventuali responsabilità ma perché non avrebbero sorvegliato i benzinai evidentemente rei di aver speculato sui prezzi”. Per il rappresentante della Fegica “è una situazione grave, se non fosse ridicola. Il Governo non può continuare ad avere sette anime l’una contro l’altra armata e sette posizioni diverse che finiscono inevitabilmente per scaricarsi sui cittadini di questo Paese e pure su una intera categoria di lavoratori. Non può dire oggi che i gestori si sono comportati correttamente e domani evocare l’intervento della Gdf e dell’Agcm”.
Si parla di “negoziato”. L’incontro previsto per domani, “che peraltro non è stato ancora convocato, non nasce certamente sotto i migliori auspici, né ci mette in uno stato d’animo sereno”, prosegue Di Vincenzo. “Lo sciopero al momento è confermato. La soluzione è nelle mani di un negoziato specifico che non può partire se non in condizioni di assoluta serietà e competenza sui problemi di un settore che attendono risposte da troppo tempo”. Bearzi, dal canto suo, spiega che il decreto non piace ai gestori soprattutto perchè prevede sanzioni, che sono “sproporzionate e non fanno deterrenza”. Inoltre, sono previsti obblighi di esposizione dei prezzi “dannosi e inutili”. A tal proposito, per la Faib Confesercenti “ben venga maggiore trasparenza, ma si eliminino adempimenti che risulterebbero inutili e si riveda il sistema sanzionatorio, senza duplicazioni e senza accanimenti. Si perseguano con razionalità gli strumenti utili per dare informazioni corrette ai consumatori, ma si eviti la giungla cartellonistica che creerebbe solo confusione. Se si vuole un nuovo cartello significa che quelli che ci sono non sono utili. E allora li si eliminino e si razionalizzi la giungla cartellonistica. I prezzi dei carburanti sono già oggi i più pubblicizzati rispetto ad ogni altro prodotto di largo e generale consumo e occorre attenzione nel costruire nuove informazioni, tenendo conto delle specificità che ci sono tra rete ordinaria e rete autostradale”.