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La provocazione. Campionessa iraniana di scacchi compete senza velo in Kazakistan

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Nonostante le pressioni e la repressione violenta del governo di Teheran personaggi dello sport e dell’arte continuano a mostrarsi senza hijab. Il presidente Raisi: nessuna pietà per chi protesta

 

Fonte @avvenire.it

La campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio. Lo riporta Iran international che pubblica una foto della giovane alla scacchiera senza il velo.

Nonostante le pressioni e la repressione violenta del governo di Teheran personaggi dello sport e dell’arte continuano a protestare contro l’hijab. Una delle prime atlete iraniane ad apparire in una competizione senza il velo è stata Elnaz Rekabi durante l’arrampicata su roccia nelle competizioni in Corea del Sud.

Ora è la volta di Sara Khadim al-Sharia, prima giocatrice di scacchi iraniana che, oltre a guadagnarsi il grado di gran maestra femminile, è riuscita anche a vincere il titolo di maestra internazionale di scacchi all’84mo Congresso mondiale di scacchi all’età di 18 anni.

Alle proteste per la morte della giovane curda Mahsa Amini, si sono unite atlete sia in competizioni nazionali che fuori dall’Iran. Come nel caso di Niloufer Mardani, salita senza velo sulla pedana dopo la gara di pattinaggio artistico femminile in Turchia. E Parmida Ghasemi, l’arciera della nazionale iraniana, che ha tolto l’hijab davanti ai funzionari della federazione alla premiazione al termine della Tehran Tirokman League.

Decine anche le artiste iraniane che hanno pubblicato foto e video a capo scoperto, tra cui Taraneh Alidousti, Katayoun Riahi, Hengameh Ghaziani e Sohaila Golestani. Alcuni di questi artisti arrestati sono stati temporaneamente rilasciati su cauzione, ma Taraneh Alidousti, in prigione dal 26 dicembre, è ancora detenuta nel reparto 209 di Evin, il carcere dei dissidenti.

Intanto il comandante in capo delle forze di polizia iraniane ha confermato la notizia dell’uccisione di Saha Etebari, una bambina di 12 anni, colpita dal fuoco degli agenti del regime contro l’auto su cui viaggiava assieme ai suoi genitori nella provincia di Hormozgan. Lo scrive Bbc Persia aggiungendo che è stato emesso un ordine speciale per indagare sulla vicenda.

D’altra parte però le autorità non sembrano disposte a cedere. Il presidente Raisi ha definito le marce di protesta come “sommosse”. “Ipocriti, monarchici, correnti controrivoluzionarie e tutti coloro che hanno subito un danno dalla rivoluzione si sono uniti alle proteste”, ha detto a una folla riunita fuori dall’Università di Teheran per un omaggio ai resti di 200 soldati uccisi durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988. “Le braccia della nazione sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati. I giovani sono i nostri figli”, ha detto, ma “non avremo pietà per gli elementi ostili“. I funzionari iraniani hanno accusato i “nemici” della Repubblica islamica, come gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali, di aver istigato le proteste. “Se pensate di raggiungere i vostri obiettivi diffondendo voci e dividendo la società, vi sbagliate”, ha affermato Raisi.