Ogni volta che il maltempo colpisce l’Italia, portandosi dietro il suo carico doloroso di danni e di vittime, torna attuale la domanda: ma non era possibile avvisare la popolazione? Dare l’allarme prima? Consentire a tutti di proteggersi in qualche modo? Ricordo che ebbi occasione di parlarne con l’allora responsabile della protezione civile Franco Gabrielli, che oggi guida la polizia: ci incontrammo all’indomani del terremoto che colpì l’Emilia, nel 2012, e il tema allora era, inevitabilmente: non si può usare Twitter? Twitter certo arriva prima di tutti, basta che una persona senta la scossa per far partire il primo tweet.
Ma ci sono due problemi: il primo è l’affidabilità dell’informazione; il secondo, ancora più rilevante, è che un italiano su tre non sta su Internet e che di quelli che ci stanno, gli utenti di Twitter sono una percentuale molto ridotta. Per lo stesso motivo non è mai decollata l’idea di creare un sistema di alert automatici usando Telegram, un altro servizio di messaggistica, molto potente ma utilizzato da un numero di utenti ancora inferiore.
Per tutti questi motivi va seguito con attenzione quello che stanno provando a fare negli Stati Uniti dove, come è noto, hanno una serie di appuntamenti annuali con uragani e alluvioni o nevicate interminabili. Insomma accade questo: mercoledì scorso, alle 2 e 18 del pomeriggio ora di New York, tutti gli americani con un telefonino (225 milioni di persone) hanno ricevuto un messaggio intitolato “Presidential Alert, allarme presidenziale”.
Il messaggio proseguiva in 90 caratteri spiegando che si trattava di un test del nuovo sistema di emergenza degli Stati Uniti e che non era necessario fare nulla. La cosa ha suscitato qualche polemica: in un paese in cui il presidente degli Stati Uniti è noto per essere un twittatore compulsivo che manda decine di messaggi al giorno pieni di lettere maiuscole e punti esclamativi, molti si sono preoccupati per il nuovo strumento.
E visto che è tecnicamente impossibile escludersi dal messaggio (no opt-out) qualcuno ha detto che viola diversi principi costituzionali (c'è già una causa avviata da tre abitanti di New York per impedire al presidente di mandare messaggi a tutti via sms). In realtà una legge del 1934 e una successiva del 2006 autorizzano questa procedura che a livello locale è già stata usata 40 mila volte dal 2012. E’ un’arma molto potente poter mandare un messaggio nei telefonini di tutti i cittadini di un paese, e va usata con cautela e garanzie che non se ne abusi. Ma, come dimostra il dramma di queste ore nelle regioni del sud colpite dal maltempo, è uno strumento formidabile in mano alla Protezione civile per salvare vite umane.
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Vedi: L'sms del presidente che ti avvisa del terremoto (o del maltempo)
Fonte: innovazione agi