DI Ettore Minniti
Cento anni fa, il 04 dicembre 1904, un giovane consigliere di opposizione del comune di Caltagirone (aveva appena 33 anni) veniva nominato membro del Consiglio direttivo dell’Anci. Era una nomina merita per il prezioso contributo di pensiero e di azione che il giovane siciliano aveva già fornito nel corso dei primi tre anni di vita dell’Associazione. Questa fu fondata nel 1901 a Parma con l’obiettivo di contrastare l’accentramento sempre più invadente dello Stato, che rendeva difficile la vita autonoma dei governi locali e che ne frenava lo sviluppo.
Il giovane consigliere era don Luigi Sturzo, che aveva deciso – con l’autorizzazione del suo Vescovo – di dedicare la sua missione sacerdotale alla soluzione dei problemi economico-sociali di una società, che di civile aveva ben poco.
Le sue idee, i suoi pareri e le sue proposte erano talmente importanti per il dibattito che quando egli avvertiva di non poter partecipare ad una riunione del Consiglio Direttivo, questo veniva rinviato.
La città natia di Caltagirone non gli è sempre stata grata, né ieri né oggi.
Hai suoi detrattori, così scriveva:
“A coloro che mi hanno criticato per la mia attività politica, per il mio amore per la libertà, per il mio attaccamento alla democrazia, debbo aggiungere, che a questa vita di battaglie e di tribolazioni non venni di mia volontà, né per desiderio di scopi terreni, né di soddisfazioni umane; vi sono arrivato portato dagli eventi … Riconosco di mantenere intatta da passioni la vita sacerdotale e dio sa quanto mi sono state amare le esperienze pratiche di 60 anni di tale vita: ma l’ho offerta a dio e tutto ho indirizzato e alla sua gloria e tutto ho cercato di adempiere al servizio della verità”