Di Francesco Ferrara
Il 16 novembre 2022 alle ore 7:47, il mastodontico razzo Sls alto ben 98 metri con a bordo la capsula Orion, priva di equipaggio umano, si è staccata dalla rampa di lancio del complesso 39 del Kennedy Space Center in Florida (Usa).
Artemis 1 è la prima di tre missioni che dovrebbero riportare l’uomo sulla luna.
La capsula Orion, staccata dal razzo, descriverà una serie di orbite intorno alla luna, il satellite naturale della terra.
In una fase della missione, definita Flyby della luna, la capsula Orion sorvolerà il nostro satellite a soli 185 chilometri di distanza dalla superficie. Successivamente descriverà delle orbite, definite retrograde, che invece avverranno a diverse decine di migliaia di chilometri di distanza dalla luna.
La durata prevista della missione è di venticinque giorni, in particolare dal sedici novembre all’undici dicembre, un periodo di tempo sicuramente breve, ma lungo abbastanza da consentire alla capsula Orion di eseguire le stesse manovre, che nel 2024 effettueranno gli astronauti della missione Artemis II per entrare nell’orbita lunare.
A bordo della capsula, come già detto, non ci sono uomini ma dei manichini, provvisti di sensori che raccoglieranno preziose informazioni per la futura missione che vedrà protagonista l’uomo.
Sono stati accolti in seno alla missione 10 minisatelliti, cubesat, poco più grandi di una scatola di scarpe, destinati a vari esperimenti: uno di essi userà uno spettrometro per studiare il ghiaccio lunare.
Il minisatellite giapponese Omotenashi sarà l’unico a toccare il suolo lunare, per dimostrare la possibilità di atterrare sulla Luna, con un satellite di piccole dimensioni a basso costo.
Uno dei principi fisici sfruttati nella missione è la cosiddetta “fionda gravitazionale”, una tecnica di volo spaziale che utilizza la gravità di un pianeta per alterare il percorso e la velocità di un veicolo spaziale.
Tale tecnica sfrutta l’accelerazione che la gravità del pianeta di origine e di destinazione imprime al veicolo spaziale. Per essere più precisi, il veicolo descrive un’orbita ellittica intorno alla terra. In tale fase è come se il veicolo spaziale cadesse, istante per istante verso la terra, senza tuttavia raggiungerla: ciò imprime al veicolo stesso una notevole velocità che gli permetterà di raggiungere la destinazione, in questo caso la luna.