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Immigranti, scontro duro tra Francia e Italia

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Di Redazione

 

Si alza l’asticella dello scontro tra Parigi e Roma. Le decisioni prese dal governo Meloni sui migranti rischiano di provocare sia un incidente diplomatico con la Francia, ma anche un effetto domino dagli esiti imprevedibili.

A Parigi non sono infatti piaciuti i toni di trionfo con cui a Roma è stata commentata la scelta di offrire il porto di Marsiglia come approdo per la nave Ocean Viking con 234 migranti a bordo. Un gesto che per il presidente Emmanuel Macron avrebbe dovuto essere umanitario, ma che invece in Italia è stato presentato da alcuni esponenti del Meloni, molto inclini all’utilizzo inappropriato dei social e dei microfoni dei media, come una vittoria della linea dura imposta sulle navi delle ong. Una mancanza di diplomazia e riserbo.

La Francia ha annunciato la sospensione dell’accoglienza prevista di 3.500 rifugiati attualmente in Italia oltre che a inasprire i controlli al confine di Ventimiglia.

Il ministro dell’Interno francese Darmanin ha invitato “tutti gli altri partecipanti” al meccanismo di ricollocamento europeo dei migranti, in particolare la Germania, a sospendere l’accoglienza dei profughi attualmente in Italia.

Darmanin ha attaccato l’Italia per la sua scelta “incomprensibile” di non accogliere l’Ocean Viking, annunciando che la Francia aprirà alla nave il porto di Tolone con i suoi 234 migranti a bordo.

La Francia deplora molto profondamente che l’Italia abbia fatto la scelta di non considerarsi come uno Stato europeo responsabile“, ha detto il ministro.

L’irritazione è tale che già al mattino il portavoce del governo, Olivier Véran, non risparmia i toni duri: «L’Italia deve svolgere il suo ruolo e rispettare gli impegni europei accogliendo la nave Ocean Viking su cui sono bloccati centinaia di migranti», dice. Parole che, quando il portavoce ricorda come la nave si trovi ancora in acque italiane, fanno quasi pensare a un ripensamento francese sull’offerta di Marsiglia come porto sicuro. «L’attuale atteggiamento del governo italiano, e in particolare le dichiarazioni e il rifiuto di far attraccare questa barca – conclude Véran – è inaccettabile»

L’Italia non ci sta e replica «Noi abbiamo posto un principio europeo» spiega il ministero degli Esteri Antonio Tajani annunciando di voler affrontare la questione migranti nel Consiglio Affari europei di lunedì. «Perché – spiega – il problema dell’immigrazione è europeo e l’importante è che ci sia una collaborazione e un intervento dell’Unione europea». Una storia già sentita con i passati governi senza che si sia mai trovata una soluzione definitiva.

A bordo delle navi delle ong «non ci sono naufraghi ma migranti», dice la premier Meloni. «Le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggia per ospitarli».

Ma non tutti la pensano così. Finocchiaro (pres. Confedercontribuenti non pensa così: “Anche sui migranti il Governo Meloni ha dovuto arrendersi a ciò che il mondo civile pretende; l’umanità. Gli show mediatici del Ministro degli interni sono subito stati smentiti dai fatti. Ricordatevi che la vera politica affronta i problemi con la politica non con le sciocche misure di polizia. Ricordatevi il grande Ministro Minniti. Lui aveva una seria strategia sulla immigrazione”.

Marco Minniti che ha detto, in questi giorni: “Il fenomeno della migrazione non puoi cancellarla, devi solo governarla”.

Ricordiamo che nel 2017 fu firmato un accordo bilaterale dal governo italiano e dal primo ministro dell’esecutivo per la Riconciliazione Nazionale libico, Fayez al-Sarraj, oggi non più al potere. I negoziati che precedettero la firma del Memorandum si svolsero in Libia e furono condotti dall’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti. All’intesa venne data la scadenza di tre anni e prevedeva cospicui aiuti finanziari e di mezzi alle autorità libiche, in particolare alla Guardia costiera. L’idea era – appunto – quella di arginare il flusso migratorio che si sviluppava lungo la rotta mediterranea. L’accordo prevedeva anche – e soprattutto – un miglioramento delle condizioni nei centri di accoglienza per migranti. Un impegno che i libici hanno evidentemente disatteso.

Intanto, nel Mediterraneo si continua a morire. Il cadavere di un neonato di 20 giorni originario della Costa d’Avorio è stato trovato su un barchino soccorso al largo di Lampedusa nel gruppo di migranti che stavano viaggiando verso l’Italia.

La salma trovata dai militari della Capitaneria quando hanno agganciato e soccorso, stanotte, il barchino con a bordo 36 persone, fra cui 9 donne e 2 minori. Sul natante, soccorso al largo di Lampedusa, anche due persone ustionate.