Fonte @Enciclopedia delle donne
Ròza Luksemburg nasce a Zamosc, in provincia di Lublino (Polonia), il 5 marzo 1871. Ultima di cinque figli, fin da bambina era piccola di statura e aveva una camminata pesante, a volte irregolare. Molto vitale ed intelligente, impara a leggere e scrivere da autodidatta in polacco, tedesco e russo, la lingua ufficiale dell’Impero del quale la Polonia faceva parte. La famiglia ebrea – il padre era un agiato commerciante di legname, istruito in Germania, la madre amava leggere la Bibbia e i classici polacchi e tedeschi – si trasferisce a Varsavia nel 1873.
Poco dopo Rosa viene colpita da una malattia che le deforma l’anca e la costringerà a claudicare per il resto della vita. Nel 1884 si iscrive al Secondo Liceo Femminile ed entra a far parte del gruppo rivoluzionario clandestino “Proletariat”, sciolto poi per le repressioni del 1886 e ricostituito da Marcin Kasprzak, operaio socialdemocratico. Nel 1887, a conclusione degli studi, il Consiglio di Istituto le nega la medaglia d’oro che avrebbe meritato “a causa del suo atteggiamento ribelle nei confronti delle autorità”. Ancora prima di compiere vent’anni, Rosa Luxemburg sente il bisogno di interessarsi in prima persona ai problemi del mondo: nei due anni successivi studia le opere di Marx ed Engels, in una Polonia infiammata da scioperi e manifestazioni, durante i quali il “Proletariat” e l’Unione dei lavoratori polacchi – altro gruppo di opposizione – vengono decimati dagli arresti, che minacciano anche Rosa.
Nel 1889 lascia Varsavia e supera la frontiera austro-ungarica nascosta in un carro di fieno, grazie all’aiuto di Kasprzak. Si stabilisce a Zurigo dove si iscrive alla Facoltà di Filosofia, mentre segue anche corsi di matematica e scienze naturali: è infatti grande appassionata di botanica e apprezza la natura in ogni sua forma:
Quando si ha la cattiva abitudine di cercare una gocciolina di veleno in ogni fiore schiuso, si trova, fino alla morte, qualche motivo per lamentarsi. Guarda, quindi, le cose da un angolo diverso e cerca il miele in ogni fiore: troverai sempre qualche motivo di sereno buonumore. […] Tutte le mattine ispeziono scrupolosamente le gemme di ogni mio arbusto e verifico dove ce ne sono; ogni giorno faccio visita a una coccinella rossa con due puntini neri sul dorso che da una settimana mantengo in vita su un ramo in un batuffolo di calda ovatta nonostante il vento e il freddo; osservo le nuvole, sempre più belle e senza sosta diverse e in fondo io non mi considero più importante di quella piccola coccinella e, piena del senso della mia infima piccolezza, mi sento ineffabilmente felice.
Nel 1892 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, laureandosi nel 1897 con una tesi sullo sviluppo industriale della Polonia, pubblicata a Lipsia l’anno successivo: sostenendo che lo sviluppo economico della sua terra natia era da cinquant’anni strettamente dipendente dal mercato russo, Rosa si oppone alle rivendicazioni politiche dei nazionalisti polacchi. Dopo la sua adesione al marxismo diviene atea.
Negli anni Novanta si innamora di Leo Jogiches, un rivoluzionario di Vilnius: la loro relazione dura fino al 1907. Grazie al suo precedente matrimonio di comodo con l’operaio Gustav Lubeck, Rosa aveva ottenuto la cittadinanza tedesca; continua la sua battaglia con passione e radicalità e si oppone con fermezza e decisione alle teorie revisioniste di Bernstein, auspicando un ritorno all’originale pensiero di Karl Marx.
In questi anni si iscrive al SPD, il Partito Socialdemocratico Tedesco; alcuni avvenimenti le faranno, però, parzialmente cambiare idea: quando nel 1905 scoppia la prima rivoluzione russa, l’attivista appassionata torna in Polonia per prenderne parte. Il progetto rivoluzionario per il momento fallisce e Rosa viene arrestata. Dopo la sua scarcerazione vive in Germania dove insegna economia politica dal 1907 al 1914. Sono questi gli anni in cui si registra la sua più fertile produzione letteraria. Ne L’accumulazione del capitale (1913) Rosa si dedica all’analisi economica dell’imperialismo, intendendo dimostrare che in un ambiente puramente capitalistico l’accumulazione del capitale sarebbe impossibile; di qui la necessità di cercare al di fuori di esso sempre nuovi acquirenti per le proprie merci. Rosa ritiene che nel momento storico a lei contemporaneo l’obiettivo del capitalismo non verrà mai raggiunto, perché nella sua ultima fase esaspererà a tal punto l’antagonismo fra le classi sociali da rendere inevitabile la rivoluzione proletaria mondiale ed il passaggio ad un’economia di tipo socialista.
Il suo pensiero si differenzia da quello di Karl Marx su un punto: secondo la Luxemburg, anche se il capitalismo fosse entrato in crisi, sarebbe riuscito a “salvarsi” grazie alle immense risorse derivate dal colonialismo, al quale fu sempre strenuamente contraria. Non mancarono, dopo la stesura de L’accumulazione del capitale, polemiche anche con Vladimir Lenin, dal momento che Luxemburg non condivideva l’idea di un partito formato solo dall’elite proletaria, e con Josif Stalin, perché secondo lei la rivoluzione non doveva abbattere la democrazia, ma estenderla.
Profondamente pacifista, poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale abbandona la carriera di insegnante e si dedica alla militanza politica: partecipa, in quel periodo, a molte manifestazioni contro la guerra e viene arrestata per ordine del kaiser Guglielmo II. Nel 1916, ancora in pieno conflitto, esce dalla SPD e fonda, con il suo migliore amico Karl Liebknecht, dapprima la “Lega di Spartaco” e in seguito il primo Partito Comunista Tedesco. Questi due movimenti politici tentano, nel gennaio 1919, un’insurrezione armata, che però viene soffocata nel sangue dall’esercito: Rosa e Karl vengono fucilati a Berlino il 15 gennaio delle stesso anno.
Nonostante fosse poco considerata dai bolscevichi russi che fecero la rivoluzione del 1917, la figura di Rosa Luxemburg continua ad essere studiata da storici e biografi, che ne rimarcano il coraggio e l’altruismo. Il suo ricordo viene onorato ancora oggi da milioni di tedeschi, spesso molto giovani, che continuano a commemorarla nel giorno della sua morte. Nel corso della sua breve vita e militanza marxista, Rosa ha ricevuto notevoli dimostrazioni di affetto anche da importanti uomini politici a lei contemporanei, Gramsci e Lenin su tutti, che guardavano con simpatia e ammirazione l’ascesa politica di una donna come lei.