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Si tratta sui vice, ma è alta tensione Pd-Terzo polo

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Il Terzo polo rivendica almeno una casella da vicepresidente delle Camere, dopo aver accusato dem e pentastellati di accordi sottobanco per spartirsi le poltrone a disposizione. L’aula di Montecitorio è convocata alle 14, quella di Palazzo Madama per le 15

AGI – Manca ancora un accordo tra le opposizioni sui nomi da collocare nelle caselle che spettano alle forze di minoranza nelle vicepresidenze di Camera e Senato.

E la tensione tra Pd e Terzo polo resta alta con la richiesta, avanzata dai dem, di un incontro che però Iv e Azione prima respingono al mittente, per poi far registrare una tiepida apertura, ma con la precondizione che qualsiasi mediazione deve avere come obiettivo la “giusta rappresentanza” di tutte le forze.

Il che, tradotto, significa che il Terzo polo rivendica almeno una casella da vicepresidente, dopo aver accusato dem e pentastellati di accordi sottobanco per spartirsi le poltrone a disposizione.

E Carlo Calenda minaccia l’Aventino: Iv e Azione sono pronti a non partecipare al voto. “Ci sono 4 figure che posso rappresentare le opposizioni in ogni legislatura, sono i vicepresidenti della Camera e Senato, rispettivamente e due per ciascuno. Se 5 stelle e Pd si mettono d’accordo possono incrociare i voti ed escluderci da qualsiasi di questi ruoli. Una scelta lecita sicuramente ma che segna in maniera irreversibile il rapporto tra le opposizioni”, avverte il renziano Ettore Rosato. Senza una intesa, il Terzo polo rischia di non incassare nè un vicepresidente nè un Questore, e ottenere solo la carica di segretario d’Aula.

In corso contatti con tentativi di mediazione e nuove riunioni che, però, al momento non sembrano aver dato buoni frutti.

Quanto ai nomi circolati nelle ultime ore, Forza Italia punta su due vicepresidenti (dopo essere rimasta a bocca asciutta sulle presidenze di Camera e Senato): i nomi indicati da Berlusconi sono a palazzo Madama Maurizio Gasparri e alla Camera Giorgio Mulè.

Fratelli d’Italia potrebbe riconfermare Fabio Rampelli a Montecitorio, mentre la Lega al Senato punterebbe su Gianmarco Centinaio.

Il Pd, come indicato dal segretario Letta, scriverà sulle schede i nomi di Anna Ascani e Anna Rossomando. Mentre per i 5 stelle circolano i nomi della capogruppo uscente al Senato, Mariolina Castellone, e alla Camera dell’ex ministro Sergio Costa e della vicepresidente del Movimento, Alessandra Todde.

Ma c’è chi fa anche il nome della ex sindaca di Torino Chiara Appendino. L’Aula di Montecitorio è convocata alle ore 14 per l’elezione di quattro vicepresidenti, tre Questori e otto Segretari. Ciascun deputato scrive sulla propria scheda due nomi per i vicepresidenti, due per i Questori, quattro per i Segretari. Sono eletti coloro che al primo scrutinio hanno ottenuto il maggior numero di voti. Nell’Ufficio di Presidenza devono essere rappresentati tutti i Gruppi parlamentari.

L’Aula di palazzo Madama è convocata alle ore 15 per eleggere quattro vicepresidenti, tre Questori e otto Segretari. Ciascun senatore scrive sulla propria scheda due nomi per i vicepresidenti, due per i Questori, quattro per i Segretari. Sono eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti. A parità di voti è eletto il più anziano di età.