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La cultura delle molestie: dal catcalling allo stupro.

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di Angela Medda

Al giorno d’oggi, uno dei concetti di cui, purtroppo, si sente parlare sempre più spesso è quello di molestia, parola che al suo interno racchiude tanti altri signicati caratterizzati da diverse sfumature.

Per capire meglio la portata e l’importanza di questo tema, è necessario fare un passo indietro e leggere la denizione di tale parola: per esempio, per il dizionario ‘treccani’ una molestia rappresenta una sensazione incresciosa di pena, di tormento e disagio provocata da persone o cose che recano turbamento al benessere sico o alla tranquillità spirituale della vittima. Al tempo stesso per Wikipedia, la molestia viene descritta come un fastidio o un disagio che produce un turbamento sia a livello psicologico che sico.

Quindi ricapitolando, viene intesa come molestia qualunque comportamento, parola o azione che possa recare un disagio ad altri; tale disagio viene solitamente percepito da individui di sesso femminile, che sono più soggetti ad avere questo tipo (ingiusticato) di attenzioni, ma anche una parte (seppur minore) di uomini o ragazzi può essere vittima di questo fenomeno.

Il mondo della molestia è un prodotto socio-culturale che varia a seconda del periodo storico o della cultura di appartenenza: basti pensare che no a qualche decennio fa nessuno si sarebbe scandalizzato per un episodio di catcalling ( ovvero commenti indesiderati che richiamano la sessualità della vittima, e che avvengono principalmente per strada), in quanto un’attenzione di questo genere era sinonimo di apprezzamento. Oppure era molto comune sessualizzare le donne nei lm italiani degli anni 80’, rappresentandole semplicemente come dei corpi privi di anima, e quindi alla stregua di oggetti (problema che prende il nome di oggettivazione sessuale). Oltretutto questo fenomeno per molte culture non è immorale o da condannare, anzi; per esempio in molte società orientali, tribù africane o aborigene, la donna per essere accettata dalla comunità deve possedere determinati requisiti sici che possano soddisfare l’immaginario collettivo maschile, i cui membri portano con se la convinzione di avere un potere unico e decisionale su quell’individuo e sulla sua vita.

In occidente, è diventato un problema su cui porre attenzione relativamente da poco, specialmente a seguito di battaglie sociali per diritti, uguaglianza e accettazione del prossimo, elementi che hanno come comune denominatore quello del rispetto e dell’empatia. Ed è proprio su questi due fattori che ci si dovrebbe focalizzare anche nel caso delle molestie: infatti, qualunque forma di molestia (dal catcalling, alle molestie sul luogo di lavoro o in luoghi pubblici, no allo stupro) non tiene conto del volere e del valore della vittima, non considera l’eetto negativo e devastante che può provocare alla sua quotidianità, alla sua esistenza; la molestia non considera la persona nella sua totalità, non le porta rispetto in quanto essere umano. Infatti le conseguenza di queste azioni possono essere talmente tanto gravi, sia a livello psicologico che sico, da debilitare irreversibilmente la vita di una persona nella sua totalità.

E purtroppo è un evento così tanto comune che può capitare ovunque e in qualunque momento della vita: ci sono le molestie sul luogo di lavoro, che comprendono battute sessualizzanti, contatti sici non richiesti o approcci e pressioni per ottenere favori di natura sessuale, spesso accompagnati dalla promessa di vantaggi, e alla minaccia di svantaggi in caso di riuto. Ci sono molestie che avvengono per strada, in discoteca o in altri luoghi pubblici, e che spesso si tramutano in stupri. Ma non solo, le molestie sia verbali che siche possono prendere vita anche all’interno di contesti che solitamente vengono considerati sicuri, come quello domestico e familiare.

Ciò accade perchè la società non è sucientemente educata al problema, in quanto siamo immersi in un contesto prevalentemente maschilista, dove da sempre l’uomo ha avuto più potere rispetto alla donna. Chiaramente con il tempo quest’idea si è evoluta, nonostante sia ancora in fase di crescita e comprensione per moltissime persone: per esempio, secondo l’ordinamento italiano, le violenze sessuali rappresentano un reato contro la persona (Art. 609 bis), punibili con la con la reclusione da 6 a 12 anni; tale legge determina che il soggetto attivo del reato può essere chiunque, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale e altre caratteristiche personali. Ragion per cui, chiunque può recare o subire una molestia, e ciò dovrebbe puntualizzare come il rispetto e l’empatia di cui si è parlato precedentemente siano due caratteristiche fondamentali e uniche che si danno e si ricevono, specialmente per vivere bene all’interno di questa società, e che si sviluppano con l’educazione e tramandano la conoscenza del fenomeno e le sue brutali conseguenze.