In occasione del cinquantenario di ritrovamento dei Bronzi di Riace che ricorre esattamente il 16 agosto, si prepara a una stagione di festeggiamenti. Una staffetta di eventi e iniziative, supportate e promosse dalla Regione Calabria, che valorizzeranno le bellezze del patrimonio culturale e archeologico del territorio. Le due statue, recentemente candidate come bene Unesco, “sono un investimento e una sfida per il nostro Paese. Sono un attrattore unico, devono diventare un simbolo dell’Italia”, lo ha ricordato il ministro della cultura Franceschini durante la presentazione delle celebrazioni.
Palcoscenici eccezionali faranno da cornice agli eventi. Alcuni dei luoghi simbolo dell’intera Magna Grecia saranno protagonisti delle celebrazioni: i suggestivi parchi archeologici di Locri, Kaulon e Palmi, fino ad arrivare ai borghi di Scilla, al centro storico e al lungomare di Reggio Calabria, Riace e, ovviamente, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.
Una maratona di eventi che il 16 agosto, anniversario del ritrovamento, vedrà i due guerrieri protagonisti dei festeggiamenti: il Comune di Reggio Calabria renderà omaggio ai bronzi con una suggestiva installazione di video mapping sulla facciata del museo di Reggio Calabria, mentre, per l’intero periodo estivo, Corso Garibaldi diventerà scenografia d’eccellenza della mostra a cielo aperto di Archeologia pubblica dedicata proprio al ritrovamento dei Bronzi.
Anche la città di Riace si trasformerà in palcoscenico il 16 agosto, in occasione della giornata del cinquantenario. Le celebrazioni si apriranno con “L’alba dei Bronzi: «Immersi» nel luogo del ritrovamento” e si concluderanno con “La Notte dei Bronzi di Riace”, offrendo al pubblico anche una mostra fotografica, un convegno di studi storico–culturali e ancora concerti ed eventi musicali.
La storia del ritrovamento dei Bronzi inizia cinquanta anni fa. Il 16 agosto del 1972, quando, dopo una segnalazione del fotografo Stefano Mariottini, i carabinieri recuperarono due statue sul fondale di Porto Forticchio a Riace Marina.
Inizia il grande enigma dei Bronzi di Riace.
Dopo un primo intervento nel Museo di Reggio Calabria, i bronzi vengono trasferiti a Firenze nel gennaio del 1975. I due restauratori Renzo Giachetti e Edilberto Formigli impiegano un anno per acquisire i dati relativi alla conformazione delle statue.
L’operazione di restauro dura cinque anni. In seguito i Bronzi saranno protagonisti di una mostra presso il Museo Archeologico di Firenze, dal 15 dicembre 1980 al 24 giugno 1981.
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini volle che le due statue facessero tappa al Quirinale nell’estate del 1981 prima di arrivare al Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria.
Il problema delle statue, come evidenziato nelle prime operazioni di consolidamento, era quello del permanere delle terre di fusione al loro interno: avendo incorporato acqua salmastra per secoli, continuavano a rilasciarla deteriorando il bronzo. Per ovviare a questo inconveniente, si istituirono due cantieri di restauro a Reggio Calabria. Grazie al secondo, le statue sono state svuotate dall’argilla, perdendo la metà del loro peso.
A 50 anni dal loro ritrovamento, i Bronzi di Riace sono ancora avvolti nel mistero. Ma negli anni sono stati raccolti indizi che permettono di giungere a una conclusione: la loro storia ha a che fare con quella dei Sette contro Tebe e delle statue del gruppo dei “Fratricidi”. Nell’iconografia antica, la “nudità eroica” in cui vengono mostrati i Bronzi identificava dei ed eroi. Ecco, quindi, che abbiamo un indizio su chi fossero i Bronzi: due eroi.
Il loro status di guerrieri è infatti indicato dalla presenza di elmi, scudi e lance. Le statue rappresentano degli opliti, con armi tipiche della metà del V secolo a.C.
Gli storici hanno individuato similitudini con il gruppo statuario dei “Fratricidi” di Pitagora di Reggio. Nel gruppo statuario, la madre di Eteocle e Polinice occupa il centro della scena nel tentativo di fermare il duello dei figli. Il Bronzo A ha un’espressione aggressiva, non diversa da quella di uno dei due fratelli, da sempre rappresentato in questo modo. I Bronzi si possono, quindi, identificare come Eteocle e Polinice, del gruppo dei “Fratricidi”, nel momento in cui la madre tenta di impedirne la morte.
La stria dei “Fratricidi”
Eteocle e Polinice, figli di Edipo, si contendono il trono di Tebe. Il primo accordo tra i fratelli prevede un regno condiviso, ma successivamente Eteocle condanna all’esilio il fratello. Polinice arriva, poi, nella città di Argo, dove sposa Argia, figlia del re della polis, Adrasto, che lo appoggia nella riconquista di Tebe. Inizia così l’epopea dei Sette contro Tebe, una serie di lotte destinate a concludersi con la generazione successiva degli Epigoni.
Il viaggio da Argo a Roma
I Bronzi di Riace, secondo le ricostruzioni, sarebbero stati realizzati ad Argo e in seguito trasportati nella Roma imperiale per un restauro. Da quel momento sembrano sparire dall’immaginario collettivo fino al loro ritrovamento. L’archeometria ha permesso di seguire la storia dei Bronzi dalla loro realizzazione ad Argo, nel Peloponneso, passando per il loro trasporto nella Roma imperiale, fino al loro restauro e alla lunga esposizione al pubblico romano.
Il restauro imperiale ha dovuto sostituire il braccio destro e l’avambraccio sinistro del Bronzo B, effettuando un calco degli originali e provvedendo a una nuova fusione, per poi saldare al torso le nuove membra. Per celare questa operazione, i Bronzi furono dipinti di nero lucido, le cui tracce si notano ancora oggi.
I Bronzi erano molto noti a Roma nel I secolo d.C., eppure dal IV secolo d.C. sembrano sparire dall’immaginario romano. Lo studio di una parte di anfora Athenian 273, trovata incastrata tra il polso destro e l’anca destra del Bronzo A, ci permette di formulare un’ipotesi. Il libro dell’Antologia Palatina riporta la descrizione delle statue del ginnasio pubblico di Costantinopoli, detto di Zeuxippos, che erano state trasportate da Roma antica alla Nuova Roma da Costantino e da suo figlio Costanzo II. Queste, tra cui dovrebbero figurare i Bronzi, furono imbarcate per raggiungere Costantinopoli, ma la nave dovette andare incontro a un naufragio di fronte a Riace. Il viaggio dei Bronzi di Riace potrebbe non essere finito. Numerose sono le ricerche e le analisi portate avanti dal loro ritrovamento ad oggi.
Fonte: rainews