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Nell’era di Facebook, tutti a scandalizzarsi per un’unione civile omosessuale nell’Arma dei Carabinieri, avversata dai frequentatori di sagrestie, falsi farisei che saliti sullo scranno del giudizio affermano a gran voce: “Ormai è tutto finito non si ragiona più!”, “un oltraggio all’uniforme, è una blasfemia gratuita alla fede”.

di Ettore Minniti

Il 18 luglio si sono dette sì in una splendida cornice, come quella offerta dalla città di Cefalù. Per loro ponte di sciabole in alta uniforme storica e tutti i riti tradizionali previsti dal protocollo cerimoniale dei carabinieri. Si sono sposate Elena Mangialardo, vicebrigadiere in servizio al radiomobile Cassia di Roma, e l’imprenditrice romana Claudia De Dilectis.

L’arrivo delle due spose, mano nella mano, è stato accolto da un ponte di sciabole scintillanti con i carabinieri sull’attenti e sulle note di Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone. La vicebrigadiera siciliana, Elena, ha indossato l’alta uniforme dell’Arma (regolarmente autorizzata dal Comando Regione), mentre la moglie Claudia il tradizionale abito bianco.

Come spesso accade sui social si è scatenato il tifo da stadio (è consuetudine in questi ultimi tempi) tra i progressisti e i conservatori.

Quando nel 1969 in ferrovia entrarono le prime donne, mio padre, capo stazione, disse: “Sono finite le ferrovie dello Stato”. Eppure i treni hanno continuato a viaggiare, in ritardo ma non si sono mai fermati. Quando nel 2000 furono arruolate le prime donne nell’Arma dei Carabinieri tutti a sostenere “E’ finita l’Arma dei Carabinieri”. Eppure l’Arma è sempre lì, al servizio della comunità, con le sue radici ben piantate a terra. Adesso che sono stati sdoganati i rapporti omossessuali all’interno delle forze di polizia ad ordinamento militare, si ripete la stessa frase: “E’ una barzelletta, l’Arma non esiste più”.

L’omosessualità nell’Arma sebbene nascosta e carbonara, c’è sempre stata, non mi ha mai generato alcun scandalo.

Oggi, al contrario, nell’era di Facebook, tutti a scandalizzarsi, falsi farisei che saliti sullo scranno del giudizio affermano a gran voce: “Ormai è tutto finito non si ragiona più!” – “un oltraggio all’uniforme, è una blasfemia gratuita alla fede”. Tutto per un’unione civile omosessuale, avversata dai frequentatori di sagrestie. Atteggiamento diverso dei benpensanti per il matrimonio etero.

L’ex senatore Giovanardi, quello che difese a spada tratta i carabinieri del caso Cucchi, non sappiamo bene con quale autorità, si interroga in base a quali regolamenti sia stata autorizzata la carabiniera ad indossare la GUS, atteso che gli attuali regolamenti sono rivolti solo ed esclusivamente al matrimonio tra un uomo e una donna.

Regolamenti ottocenteschi che l’Arma siamo sicuri aggiornerà al più presto. A tal proposito, per i più distratti, è il caso di richiamare l’art. 1 comma 20 della Legge sulle unioni civili: Al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”.

Ai Giovanardi di turno e a coloro che vorrebbero i carabinieri chiusi in Caserma a fare da cane di guardia del sistema politico, ricordiamo che fino a ieri vi è stata una generazione di cittadini in uniforme privata dei diritti costituzionali (nonostante i 77 anni della Costituzione): privi di libertà di movimento, di pensiero e di critica, di diritti sindacali e politici. E tutti zitti!

Che bello vedere, oggi, due cittadini/e (di cui una in uniforme) poter esprimere in libertà i loro sentimenti.

Ad oggi condividiamo il nostro amore da 8 anni ed è ancora tutto come il primo giorno. Speriamo che il nostro matrimonio sia solo un monito per tutti ad avere il coraggio di amare. Ci auguriamo che tutto ciò possa servire a far vedere semplicemente la forza dell’amore nonostante tutto. Non vogliamo essere le prime donne, la prima donna in divisa, la prima donna imprenditrice o quant’altro, ma una coppia come tante che porta dentro di sé le proprie battaglie di vita trionfando con l’amore“, hanno dichiarato Elena e Claudia.

Sono sicuro che le Forze Armate e le Forze di polizia ad ordinamento militare, laiche per eccellenza, sapranno mutuare il pensiero di Papa Francesco sull’omosessualità. Nel corso del suo pontificato le posizioni espresse nei documenti ufficiali da parte del Pontefice sono sempre state le stesse: “chi sono io per giudicare un gay?”. La Chiesa di Francesco ha dimostrato che vi è una straordinaria disponibilità al confronto e il proposito di un progressivo riposizionamento della Chiesa, seppure coi tempi propri di una istituzione millenaria. L’Arma dei Carabinieri non sarà da meno.

Consigliamo, quindi, a tutti gli uomini di ‘buona volontà’, perbenisti, che dicono di stimare l’Arma dei Carabinieri di occuparsi di più della Benemerita, non per un bacio saffico, ma per i mali che la pervadono in questo momento storico: corruzione, carabinieri/poliziotti arrestati o denunciati, il carrierismo becero di ufficiali e dirigenti, il servilismo, depistaggi, procedimenti disciplinari insensati, il più delle volte annullati dai vari Tar, ma che creano la sindrome di Burnout (interessa a qualcuno?).

Senza dimenticare i tanti suicidi, ma questa è un’altra storia.