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Proteste e arresti in Tunisia: oggi referendum per la nuova Costituzione

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Una decina di persone sono state arrestate in Tunisia per le proteste di piazza in vista del referendum di oggi. Dopo aver sciolto il parlamento, il presidente Kais Saied ha indetto un voto per la Costituzione che accentra i poteri nelle mani del capo dello Stato.

Il sistema delineato nella nuova Costituzione è un presidenzialismo puro, seppur con la presenza di due Camere, una eletta direttamente dai cittadini e una delle Regioni. Un sistema in cui il presidente non solo ha il sopravvento sul potere esecutivo, con la nomina o rimozione del primo ministro, ma gode anche di una straordinaria influenza su parlamento.

“L’essenza della Costituzione è quella di bilanciare i poteri, ma questa nuova Costituzione dà al presidente ampi poteri e non ha nessun meccanismo di impeachment”, dice Mohamed Gonani, membro del partito islamico Ennahdha.

In piazza ci sono diverse componenti dell’opposizione, che non sono state capaci in questo anno di fare fronte comune per sbarrare la strada alla deriva autocratica.

Il 25 luglio 2021 il Presidente, di fronte a uno stallo politico, ha sospeso il parlamento, poi lo ha sciolto e governa da un anno a colpi di decreto. Anche il partito progressista Corrente Democratica non lo sostiene più.

Ero a favore del cambiamento, di un cambiamento positivo contro i ladri e la mafia che ci hanno rubato il paese. Ma ora conosciamo la vera natura di Saied. Abbiamo visto che non è lì per combattere i corrotti

Il referendum non ha quorum e basterà un solo voto in più per far passare la nuova Carta. Le elezioni sono previste per il 17 dicembre, ma Saied potrebbe anticiparle. Professore universitario senza un partito alle spalle, Saied viene eletto nel 2019 con oltre il 70% dei voti come paladino della lotta alla corruzione, capitalizzando la disaffezione dei tunisini verso i partiti. Un fattore che si riverbera nella nuova Carta che prevede l’elezione diretta dei deputati, senza liste di partito.

A prescindere dal risultato del referendum molti osservatori locali ritengono comunque che la nuova Costituzione non risolverà la crisi politica ed economica della Tunisia, che proprio in queste settimane sta negoziando un nuovo fondamentale piano di aiuti con il fondo monetario internazionale.