Se la riforma delle concessioni balneari prevede che le spiagge verranno messe a gara e chi si aggiudicherà il bando gestirà il proprio tratto di territorio demaniale, si prevedano delle clausole nel bando con norme di salvaguardia per i diversamente abili
di Ivana Pollicina *
Tutti al mare? Non sempre il mare e la spiaggia sono accessibili ai diversamente abili, ai quali è negato il piacere di godere dell’essenza marina che resta un miraggio. Non è facile in Italia trovare spiagge attrezzate per disabili. Nonostante diversi stabilimenti balneari e anche nelle spiagge pubbliche, si apportino modifiche alle strutture in termini di accessibilità, c’è ancora molto da fare. Le spiagge libere poi, dotate di passerelle, sono un’utopia.
Per una persona in carrozzina, accedere alle spiagge italiane è troppo complicato, ci sono troppe barriere architettoniche. Diventa ancor più complicato fare il bagno in mare, in molti casi un sogno impossibile da realizzare!
Gli enti territoriali guadagno un bel po’ di soldini dalle concessioni e, a volte, alcuni concessionari pagano al demanio canoni irrisori. I comuni hanno il loro guadagno con i parcheggi (per non parlare delle multe). Eppure, nell’era della tecnologia molti lidi sono sprovvisti di spiagge attrezzate per i disabili.
Questa è una battaglia di civiltà, bisogna intervenire assolutamente sulla cultura.
Qualcosa si intravede all’orizzonte. Alcun i lidi in Italia cominciano a dotarsi per l’accessibilità con le discese a mare. Alcuni, ma non tutti.
Quelli che sono più sensibili sull’argomento dotano il proprio stabilimento del Jamme O Bagne (letteralmente ‘andiamo a tuffarci’), agevolando così i meno fortunati a potersi bagnare in mare in totale autonomia.
Un ausilio speciale con le ruote color giallo che non affondano nella sabbia e riesce ad arrivare in acqua in totale sicurezza. Realizzata con materiali resistenti a salsedine e acqua marina, risolve il problema di entrare in acqua favorendo, così, il clima di divertimento proprio di una giornata di vacanza.
Non sono ancora in tanti i lidi dotati di queste speciali attrezzature, nonostante le ordinanze stabiliscano che i concessionari di spiagge abbiano l’obbligo di mettere a disposizione dei diversamente abili gli appositi ausili speciali ossia sedie per il trasporto adatte al mare.
Nelle nostre spiagge purtroppo si vedono poche carrozzine, evidentemente c’è ancora molto da lavorare per un cambio di mentalità anche a carico dei titolari degli stabilimenti balneari.
Oltre alla Job ci sono altri ausili speciali come la Sofao, un lettino per tetraplegici che dalla spiaggia va in acqua e consente il bagno al mare per le persone costrette a vivere a letto, insieme al lettino scende in acqua anche un piccolo canotto dove vengono posizionati i macchinati e i tubi per chi deve restare attaccato per respirare.
Tutti al mare? Per i diversamente abili non sempre è possibile.
Parliamo tanto di turismo accessibile e inclusivo ma siamo ancora davvero lontani da un percorso accettabile e dignitoso.
L’auspicio è che sempre più associazioni di settore possano interessarsi perché questo legittimo desiderio per chi vive in carrozzella possa realizzarsi con un accesso al mare libero e attrezzato. Anche le Asl provinciali potrebbero investire nel settore.
Se la riforma delle concessioni balneari prevede che le spiagge verranno messe a gara, e chi si aggiudicherà il bando gestirà il proprio tratto di territorio demaniale, si prevedano delle clausole nel bando con norme di salvaguardia per i diversamente abili.
“Tutti al Mare con…job”, che consente, dunque, a tutti i disabili che frequentano le spiagge di vivere un’esperienza di turismo e di vacanza piacevoli e senza limitazioni.
* componente nazionale di Confedecontribuenti Turismo