di Ettore Minniti
L’Italia risulta il Paese con maggiori siti riconosciuti patrimoni dell’umanità dall’UNESCO, insieme alla Cina. Considerando che, a inizio 2021, si contano 1.121 Patrimoni dell’Umanità in 167 Paesi, di fatto l’Italia, che rappresenta lo 0,2% delle terre emerse, possiede il 4,9% dei siti UNESCO.
per tale motivo, l’Italia risulta il quinto Paese più visitato al mondo dagli stranieri.
L’Italia, inoltre, possiede un patrimonio culturale invidiabile nel mondo: 3.609 musei; quasi 5.000 siti culturali tra monumenti, musei e aree archeologiche; 46.025 beni architettonici vincolati; 34.000 luoghi di spettacolo; centinaia di festival ed iniziative culturali, tradizioni che animano i territori.
Le stime per il 2022 di un’indagine di Demoskopika – pubblicata da Ansa in anteprima in occasione della Bit, Borsa internazionale del turismo – sono di poco più di 92 milioni di arrivi e quasi 343 milioni di presenze tra italiani e stranieri, con una crescita rispettivamente pari al 43% e al 35% rispetto al 2021.
Dati confortanti, ma insufficienti. Purtroppo, la mancanza di progettazione, di una visione d’insieme, con un sistema endemico di emergenze archeologiche, di siti storico-architettonici, di beni artistici, di paesaggi culturali, di tradizioni storiche, non sempre questo tesoro è sfruttabile nella sua interezza. Una mancata fruibilità che fanno il settore monco, privo di prospettive. È evidente che non vi è una corretta fruizione di tale patrimonio. Mancano le informazioni, le comunicazioni, non si riesce a fare rete, per non parlare dei trasporti e della ricettività turistica.
È una ricchezza unica, oro prezioso, ma non è sfruttato per come dovrebbe.
Il turismo continua a rappresentare una quota rilevante dell’industria turistica nazionale, oltre il 30%, e genera una spesa di 15% miliardi di euro, con una tendenza di crescita, ma che per politiche miope (low cost) non fa sì che il settore risulta sempre penalizzato.
Rilanciare il turismo e il turismo culturale significa, dunque, creare le condizioni per sviluppare il Pese in una logica territoriale omogenea, creare occupazione e farlo diventare il più importante settore industriale su cui l’Italia possa contare per la crescita.
Una speranza era riposta nel bonus 80% per il settore che purtroppo non ha ancora dato i frutti sperati. Il credito d’imposta dell’80% per gli alberghi, gli agriturismi, i campeggi, le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, compresi gli stabilimenti balneari, quelli termali, i porti turistici, i parchi tematici. acquatici e faunistici è ancora al palo perché gli istituti accreditati hanno bloccato tutto.
La Confedercontribuenti, tramite il suo presidente Carmelo Finocchiaro, si è fatta carico di questa impasse, “è pronta a denunciare banche, Poste italiane e altri responsabili per induzione all’usura e al rischio di fallimento alle imprese che stanno lavorando con il bonus”.
Finocchiaro sottolinea: “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole medie imprese, visto che la cessione del credito resta bloccata per precisa volontà delle banche e per il tentativo da parte organi di governo di bloccare un fondamentale elemento di sviluppo dell’impresa edile. Sono quasi 11mila le imprese che in questo momento vivono la sofferenza di non vedersi pagare le realizzazioni che hanno effettuato su tutti i bonus. E siccome riteniamo che questo non sia possibile” – prosegue il presidente Finocchiaro-, “noi di Confedercontribuenti ci faremo subito promotori di presentare presso il Tribunale penale di Roma questa denuncia circostanziata, ovvero che si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento. E dunque questo non è assolutamente possibile. Si intervenga subito”.
In effetti, in Italia siamo bravi in tutto, in particolare nello svuotare il mare con un bicchiere: è così semplice che ci divertiamo.