Nazionalizzare subito Bankitalia e bloccare la rivalutazione delle quote di partecipazione dei big del credito e delle assicurazioni. Questo regalo che vuol fare il governo a Intesa San Paolo, Unicredit Assicurazioni Generali e Unipol Sai, tutti azionisti di peso di Bankitalia, può rivelarsi un ottimo affare sia per rafforzare i loro patrimoni, sia per i generosi dividendi che potranno ricevere da Palazzo Koch. Un affare per le banche, ma non per gli italiani e le imprese. A chiederlo il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro ieri a Padova durante l’assemblea nazionale dell’organizzazione. Il parlamento fermi questo regalo ai big e abbi il coraggio di nazionalizzare l’istituto centrale. La rivalutazione costituirebbe un regalo di oltre 5 miliardi. Con la rivalutazione Intesa, azionista di Bankitalia con oltre il 42%, si ritroverebbe un asset da 2,1/3,15 miliardi. La quota in mano a Unicredit (22,1% di Bankitalia) varrebbe invece tra gli 1,1 e i 1,6 miliardi, mentre Generali si ritroverebbe con un asset di quasi mezzo miliardo. Una manna dal cielo per le banche che vedrebbero rafforzato il loro patrimonio alla luce dei nuovi vincoli imposti da Basilea 3, senza dover ricorrere eccessivamente al mercato. Qualora le quote di Bankitalia venissero rivalutate tra i 5 e i 7,5 miliardi e considerando un tasso di dividendo del 6% nelle casse dei colossi del credito finirebbero dai 360 ai 420 milioni di euro all’anno. Intesa incasserebbe dai 150 ai 170 milioni e Unicredit dagli 80 ai 90 milioni. Una bella cifra tenuto conto che nel 2012 Bankitalia ha distribuito in tutto “solo” 70 milioni agli azionisti.