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Come e perché Svezia e Finlandia ora vogliono entrare nella Nato

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AGI – Fino al giorno prima dell’invasione russa dell’Ucraina, in Svezia e Finlandia non si era quasi mai parlato di adesione alla Nato. La mossa di Vladimir Putin ha cambiato lo scenario. Entrambi i Paesi hanno rivisto le loro politiche di sicurezza e cercato rapidamente di entrare nell’Alleanza atlantica.

Il tema è diventato centrale: svedesi e finlandesi, nei recenti sondaggi, hanno espresso a larga maggioranza il loro parere favorevole all’ingresso nella Nato. In più i due Paesi hanno cominciato a svolgere un ruolo attivo nella crisi ucraina, al punto che la Svezia ha inviato a Kiev diecimila lancia razzi portatili. Secondo il Pentagono, se Putin inseguiva due obiettivi – riportare l’Ucraina sotto il controllo russo e cambiare l’ordine delle priorita’ dell’Europa – il secondo lo ha raggiunto, ma non come immaginava.

L’invasione ha finito per compattare la Nato e accelerare l’allargamento dell’alleanza difensiva occidentale. Se Svezia e Finlandia ne entreranno a far parte, porteranno nuove potenzialità militari, a cominciare da sottomarini e aerei ultramoderni, che aumenteranno il livello di sicurezza a nord dell’Europa.

Decisione univoca ma presa da due Paesi con una storia diversa. Se la Finlandia respinse l’invasione sovietica durante il primo inverno della Seconda guerra mondiale, per poi ritrovarsi al fianco di Hitler fino a quando non decise di svincolarsi, la Svezia scelse fin da subito la neutralità, facilitata dal fatto che Hitler non la considerava obiettivo nel suo personale Risiko.

Dopo la fine della guerra, la Svezia provò inutilmente a formare un patto difensivo nordico assieme a Danimarca e Norvegia, ma che fallì perché i norvegesi ritenevano più sicuro stringere un’alleanza con il Regno Unito.

La Finlandia restò in una posizione marginale, ma con il rischio di finire sotto l’influenza di Mosca. Con la caduta dell’Unione Sovietica, la situazione nel nord Europa è cambiata in modo radicale. La Finlandia ha cominciato a immaginare una posizione che andasse oltre la neutralità, mentre i tre Paesi del Baltico, Estonia, Lettonia e Lituania, avevano già rotto i legami con Mosca.

Nel ’95 Finlandia e Svezia sono entrati nell’Unione europea, sotterrando in modo definitivo lo status di nazioni neutrali. Le mosse della Russia, a partire dal 2008 con l’invasione della Georgia, hanno cominciato a spingere gradualmente Svezia e Finlandia nell’alveo della Nato, con un processo di avvicinamento che ha registrato un’accelerazione nel 2014, con l’invasione della Crimea.

L’attacco lanciato il 24 febbraio è stato il passo finale. La realtà della guerra ha cambiamento profondamente il dibattito politico interno dei due Paesi nordeuropei: Helsinki e Stoccolma sanno che l’unica risposta in termini di sicurezza è aumentare la spesa militare. La Svezia ha annunciato che incrementerà la spesa, portandola al due per cento del prodotto interno lordo, entro il 2028.

Ma fino all’ultimo aveva provato ad abbracciare un’altra opzione: insieme alla Finlandia, la Svezia aveva inviato una lettera all’Unione europea per ribadire il concetto di mutuo soccorso stabilito dal paragrafo 42.7 dei trattati dell’Unione europea, ma è parso subito chiaro che solo un’adesione alla Nato garantirà un forte sostegno militare.

Ed è su questo piano, secondo gli osservatori americani, che i due Paesi procederanno in modo rapido. Entrambi renderanno formalmente chiara la volontà di aderire prima del vertice Nato previsto a Madrid a fine giugno.

Il Segretario generale Jens Stoltenberg prevede una procedura rapida, ma la ratifica di tutti i trenta Stati membri richiederà più tempo. Svezia e Finlandia sperano soprattutto che il Congresso americano, attraverso il Senato, approvi velocemente i due nuovi ‘soci’, in modo da rappresentare un deterrente per un eventuale attacco da parte della Russia. Quando l’adesione sarà completa, cambierà tutta l’architettura militare del nord Europa. Ciascun Paese porterà grandi competenze e mezzi.

La Finlandia ha vaste forze militari, e quasi un milione di riservisti, la Svezia occupa i primi posti come forze navali e aeree. Mettendo insieme i famosi Gripen, i super caccia di fabbricazione svedese, e gli F35 ordinati, o vicini alla consegna, di Norvegia, Danimarca e Finlandia, saranno più di 250 i caccia a disposizione nella regione. Inoltre la Svezia, per controllare più di 1.500 chilometri di costa, ha creato il sistema di difesa marittimo più potente al mondo, tra navi, artiglieria e sottomarini.

La batteria di aerei ha un numero segreto di jet di ogni tipo, ma che potrebbero superare i mille e che fa di quella svedese una delle aviazioni militari più grandi a livello globale. Il controllo di tutta l’area, compresa Estonia, Lettonia e Lituania, sarà più facile. Questo renderà un nuovo conflitto più improbabile, ma forse la conseguenza più evidente sarà il rafforzamento dell’area transatlantica.

Entrambi i Paesi possono agevolare una più profonda coordinazione tra Unione europea e Nato, attraverso l’Atlantico. Questo non vuol dire che Svezia e Finlandia assumeranno un ruolo minaccioso nei confronti di Mosca. Gli analisti americani prevedono che non diventeranno basi permanenti per la Nato e non ospiteranno armi nucleari, ma garantiranno un controllo più vasto, via mare e via aerea, di cui la Nato non può fare a meno.

Source: agi


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