AGI – Il mercato all’ingrosso di energia elettrica nell’Ue è basato su un sistema di prezzo marginale: tutti i produttori ottengono lo stesso prezzo per l’elettricità che forniscono in quel momento. I produttori fanno offerte sul mercato, stabilendo il loro prezzo in base al loro costo di produzione. Le fonti di energia rinnovabile sono a costo zero e sono quindi per definizione sempre più economiche. L’offerta va dal più economico al più costoso, generalmente il gas. L’elettricità più economica viene acquistata per prima e via crescendo fino a soddisfare l’intera domanda. Tutti ottengono il prezzo dell’ultimo produttore da cui è stata acquistata l’elettricità.
Il modello era stato inizialmente pensato per favorire le rinnovabili e permettere loro di ripagarsi gli importanti investimenti. Tuttavia con l’esplosione del prezzo del gas e la sua presenza sempre più marginale nella formazione dell’offerta si è generata un’anomalia, che si è tradotta in extra-profitti per i fornitori di energia (vendono al prezzo del gas quando in realtà il gas è una minima frazione dell’offerta), che diversi Stati ritengono non più tollerabile. In particolare la Spagna che ha fin da subito spinto per una riforma del mercato.
➡️España y Portugal llegan a un acuerdo con la @ComisionEuropea
para activar un mecanismo temporal que abarate el precio de la electricidadEste mecanismo durará 12 meses
El precio medio del gas en este periodo será de alrededor de 50€ pic.twitter.com/VQ6PSEllhK— Transición Ecológica y Reto Demográfico (@mitecogob)
April 26, 2022
Non potendo ottenere nuove regole generali, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, è riuscito a convincere i suoi colleghi al Consiglio europeo a riconoscere la specificità della penisola iberica. Ossia quella di essere quasi scollegata e indipendente dal resto del Continente (le interconnessioni sono meno del tre per cento). E quindi un intervento sul mercato dell’energia iberico non avrebbe comportato distorsioni nel resto dell’Unione, regola aurea dell’anti-concorrenza Ue.
Spagna e Portogallo avevano proposto un tetto al prezzo del gas di 30 euro megawattora (sul mercato oggi ha superato i 120 euro dopo l’annuncio dell’interruzione di fornitura da Gazprom a Polonia e Bulgaria). Il negoziato con Bruxelles ha portato a un accordo, per la durata di un anno, per un prezzo medio del gas di 40 euro megawattora, per stabilizzarsi intorno ai 50 euro in media per tutto il periodo.
Source: agi