AGI – Mariupol, secondo Putin conquistata dai russi ma secondo Zelensky no perché nell’acciaieria Azovstal si continua a resistere, è il tema più ricorrente sulle prima pagine internazionali, ma, in assenza di notizie che si impongano su tutte le altri, le aperture dei giornali sono piuttosto diversificate.
C’è spazio anche per i nuovi aiuti militari ed economici all’Ucraina annunciati da Biden, per il nuovo passo di Elon Musk verso l’acquisizione di Twitter, per la sfida Macron-Le Pen, per la nuova inchiesta parlamentare su Boris Johnson e le feste a Downing Street, per i lockdown che si moltiplicato in Cina, dove 45 città sono sottoposte alla misura anti Covid, e per un originale sguardo sulla Biennale di Venezia.
Le nuove forniture militari e i sostegni economici annunciati da Biden sono l’apertura del Washington Post,, che titola: “Gli Usa rafforzano gli aiuti all’Ucraina”, e mette l’accento sul valore totale di 1,3 miliardi del pacchetto promesso ieri dal presidente, comprendente 800 milioni in armamenti e 500 milioni in fondi per la popolazione.
Today, I am announcing another $800 million to further augment Ukraine’s ability to fight in the East.
This package will include heavy artillery weapons, dozens of howitzers, and 144,000 rounds of ammunition to go with them. It also includes more tactical drones.
— President Biden (@POTUS)
April 21, 2022
Intanto, sul campo “la situazione peggiora” a Mariupol dove “un gruppo assediato di combattenti ucraini rimane rintanato in un’acciaieria, conducendo un ultimo e disperato scontro con le forze russe che li hanno intrappolati all’interno”.
Dopo quasi due mesi di guerra, Washington e Mosca “hanno cercato di rivendicare progressi, rilasciando dichiarazioni contrastanti e riversando nuove risorse in un conflitto che potrebbe trascinarsi per mesi, se non anni, in assenza di una svolta diplomatica”, scrive il Post, che spiega: “Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato la vittoria a Mariupol, insistendo minacciosamente sul fatto di aver annullato i piani per prendere d’assalto l’acciaieria assediata e dichiarando che le sue forze l’avrebbero invece bloccata in modo che ‘anche una mosca non possa passare’.
Biden, per contro, ha affermato che la guerra stava entrando in una nuova fase, poiché la Russia sta concentrando il fuoco sul Sud e sull’Est dell’Ucraina, e ha promesso un nuovo sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina”. Tra gli altri titoli di prima pagina, il giornale offre un’analisi sui rapporti tra il partito repubblicano e le grandi aziende. Rapporti un tempo stretti, ma ora in fase di deterioramento secondo il Post che cita la volontà del governatore della Florida DeSantis di privare la Disney dei privilegi di cui gode dal 1968, come ultima delle mosse “punitive” per il business adottate da esponenti del Gop.
Gli Usa considerano decisivo il prossimo mese di guerra e mandano nuovi aiuti militari all’Ucraina, evidenzia il New York Times con un titolo della sua prima che apre su Mariupol, di cui Putin ha rivendicato la conquista mentre ancora si continua a combattere.
“Alti funzionari dell’amministrazione Biden affermano di ritenere che nelle prossime quattro settimane prenderà forma l’esito finale della guerra russa in Ucraina, con ramificazioni di lunga durata che influenzeranno il disegno della mappa dell’Europa per i decenni a venire”, scrive il Nyt, e aggiunge: “Mentre gli stessi i funzionari si aspettano ancora che la guerra sia lunga e logorante, dicono che è imperativo affrettare la consegna all’Ucraina di quante più nuove armi possibile, in particolare artiglieria a lungo raggio e radar anti-artiglieria, per respingere l’avanzata russa nella regione orientale del Donbass”.
È per questo che Biden ieri ha annunciato un altro pacchetto di aiuti militari da 800 milioni di dollari, che si somma a quello di pari importo varato nei giorni scorsi. Ma questa volta, diversamente dalla prima, alcuni degli armamenti forniti a Kiev saranno secretati.
In una guerra che si combatte anche sul terreno della propaganda “Mosca dice di aver preso il controllo di Mariupol ma truppe ucraine resistono dentro l’acciaieria”, titola il Wall Street Journal, che mette in apertura gli sviluppi della battaglia per la città portuale sul Mar d’Azov, dove Putin ha ordinato di sigillare tutti gli accessi allo stabilimento siderurgico.
“Mentre le truppe russe non prenderanno d’assalto l’impianto, un’operazione che potrebbe richiedere dai tre ai quattro giorni, ha detto Shoigu (il ministro russo della difesa, ndr), probabilmente si impegneranno ancora con le truppe ucraine che continuano a sparare sulle posizioni russe”, scrive il Wsj, secondo cui “un blocco efficace dell’acciaieria libererebbe le truppe russe che vi combattono da settimane, dando a Mosca la libertà di concentrarsi sulla conquista di altre parti dell’Ucraina meridionale, dove le sue truppe hanno ottenuto maggiori guadagni territoriali”.
Di spalla, gli atti depositati da Elon Musk alla Sec, organismo di vigilanza sulla Borsa americana, in cui dichiara di aver messo in fila 46,5 miliardi di dollari per finanziare la sua offerta per Twitter.
“Gli impegni di finanziamento – circa la metà in debiti bancari e metà in contanti promessi dallo stesso signor Musk – conferiscono credibilità a un’offerta priva dei dettagli che di solito accompagnano un’acquisizione non ostile”, sottolinea il Wsj.
Ancora attenzione per Netflix, dopo il tonfo di ieri in Borsa. La società pensa a un piano radicale di tagli della sua spesa un po’ troppo allegra, scrive il giornale, che impagina di fianco una notizia in qualche modo collegata: la Cnn ha deciso di chiudere il suo servizio di streaming appena un mese dopo averlo lanciato, perché non considerato abbastanza redditizio.
“Putin chiude le vie di fuga” da Mariupol, titola il Financial Times, che si concentra sul destino della città portuale di cui il capo del Cremlino ieri ha rivendicato la presa. La notizia centrale in prima pagina è però sull’operazione di Elon Musk per acquisire Twitter.
Il fondatore di Tesla e Space X ha rivelato il suo piano finanziario da 46 miliardi per l’opa sul social network: 25 miliardi proverranno da prestiti concessi da un gruppo di banche, tra le quali in prima Morgan Stanley, che è anche l’advisor di Musk, mentre i restanti 21 miliardi sul piatto affluiranno dal suo patrimonio personale in azionariato.
“Questo risulta dai documenti che ha depositato presso la Sec (l’organismo americano di vigilanza sulla Borsa, ndr), senza tuttavia fornire dettagli sulla provenienza di questa porzione di fondi”, scrive Ft. Il giornale ipotizza che l’imprenditore potrebbe far entrare nell’operazione altri investitori, finanziando personalmente il 70% dell’importo e lasciando il restante onere agli eventuali partner.
Una valutazione allarmata di non meglio identificati “funzionari dei servizi di intelligence occidentali” indica che Putin “può ancora vincere la guerra in Ucraina” e bisogna aspettarsi che il conflitto duri a lungo perché nel lungo periodo esiste “la concreta possibilità” che la Russia accerchi e distrugga le forze ucraine: a questo il Times dà il titolo nella fascia alta della sua prima pagina, su cui però, la grafica dà maggior risalto al titolo centrale, che è per i guai del premier britannico: “Johnson si piega a una nuova inchiesta sulle feste dopo la rivolta dei Tory”.
Fino all’ultimo il capo del governo aveva cercato di rinviare la decisione di Westminster sull’indagine parlamentare per accertare se abbia mentito in Aula sui party a Downing Street durante il lockdown, per i quali è stato multato. Ma molti deputati conservatori, nel timore di pagare personalmente in termini elettorali la linea ampiamente impopolare del premier, avevano rifiutato di obbedire.
Di fronte alla prospettiva di una sconfitta ai Comuni, Johnson ha fatto marcia indietro: il giornale scrive di aver appreso che “almeno sei ministri” gli avevano detto di essere pronti a dimettersi se avesse insistito nel tentativo di affossare l’inchiesta parlamentare.
Ora il primo ministro ha davanti “lunghi mesi di incertezza” durante i quali una commissione della Camera esaminerà le prove a suo carico, tra le quali oltre 300 fotografie scattate durante le feste. Fonti parlamentari hanno detto al Times che l’indagine “continuerà fino ad autunno inoltrato”. E intanto Johnson resterà sulla graticola.
Un’approfondita analisi del dibattito televisivo tra Macron e Le Pen può leggersi in apertura su Le Monde, che recupera con dovizia di spunti dato che ieri non aveva fatto in tempo a mettere la notizia del duello tra i candidati. Il quotidiano non ha dubbi che il vincitore sia stato Macron che ha giocato all’attacco e “ha messo più volte in difficoltà l’avversaria”, apparsa “sulla difensiva sul potere d’acquisito, i suoi legami con Putin e la laicità”.
Nell’editoriale, il quotidiano scrive: “La grande lezione del dibattito è che, nonostante i suoi sorrisi, la sua empatia e i suoi aggiustamenti dell’ultimo minuto, la candidata del Rassemblement National resta sui suoi fondamentali di estrema destra: il divieto di portare il velo negli spazi pubblici, contrario allo spirito di secolarismo e foriero di forti tensioni, resta fermamente rivendicato in nome della lotta all’islamismo”.
E ancora: “Il referendum volto in particolare ad abolire lo jus soli e a introdurre nella Costituzione la preferenza nazionale si conferma come la chiave di volta del suo quinquennio se sarà eletta. È incostituzionale, lei lo sa e chiama questo atto di forza ‘volontà del popolo sovrano'”.
L’Ucraina è in prima pagina con quattro titoli che rimandano a servizi nelle pagine interne sulla ricerca di prove di crimini di guerra russi, la volontà americana di isolare Mosca al G20, le possibilità di ingresso di Kiev nell’Ue.
Il ritorno dei lockdown anti Covid in Cina “minaccia l’economia mondiale”, titola in apertura Le Figaro, e va così ad aggiungersi ai quotidiani europei che negli ultimi giorni (ad esempio, Financial Times e Frankfurter Allgemeine Zeitung) hanno dato rilievo alle preoccupazioni degli analisti per un rallentamento forzato delle attività industriali cinesi, ma soprattutto finanziarie, dato tra le 45 città dove sono state imposte le severe restrizioni, c’è Shanghai.
A centro pagina le presidenziali con Macron e Le Pen che “gettano le loro ultime forze nella battaglia”. Il ballottaggio per l’Eliseo è oggetto anche dell’editoriale, che prende spunto dal duello televisivo tra i due candidati.
“Mai un dibattito tra i due turni presidenziali ha attirato così pochi telespettatori. Erano solo 15,6 milioni davanti al loro posto mercoledì sera, tutti i canali messi insieme, ovvero la metà rispetto al 1981”, sottolinea il giornale, secondo cui “come per l’astensione, questa diserzione è dovuta all’indifferenza di una parte crescente dei francesi, che non crede più affatto alle promesse dei discorsi politici”, ma rispecchia anche “il rifiuto” dei francesi per “due personalità che suscitano, l’una e l’altra, pochissimo entusiasmo”.
Ben visibile, il tributo a Jacques Perrin: se n’è andato “nel paradiso del cinema”, dice efficacemente il titolo che allude a uno dei tanti film del grande attore scomparso ieri, ossia “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore.
La Spagna raddoppia i suoi aiuti militari all’Ucraina: è l’annuncio del premier Sanchez durante la sua visita di ieri a Kiev, che El Pais mette in apertura. La spedizione, scrive il giornale, è già in rotta verso un porto polacco.
Si tratta di 200 tonnellate di munizioni e materiale militare, 30 camion e 10 veicoli leggeri, come ha specificato lo stesso Sanchez che, assieme alla premier danese, Mette Frederiksen, ha incontrato il presidente ucraino Zelensky. A centro pagina, un’intervista all’alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Il tema è l’embargo su gas e petrolio russi. Non c’è unanimità tra i 27, riconosce il capo della diplomazia europea, e sottolinea che ciò comunque non impedisce ai singoli Paesi di decidere autonomamente di interrompere le proprie importazioni di combustibili da Mosca: “Non serve l’unanimità per agire volontariamente, seguendo un piano. Possono agire in base a una decisione collettiva, che non è ufficialmente una decisione dell’Ue”, spiega Borrell, che insiste sulla necessità per l’Europa di “raggiungere l’autonomia energetica”.
Sull’Ucraina c’è anche un terzo titolo in prima pagina, per le dimissioni del presidente, Vagit Alekperov, della società petrolifera russa Lukoil, in dissenso con Putin sulla guerra.
La 59esima edizione della Biennale di Venezia, che si inaugura domani, offre alla Frankfurter Allgemeine Zeitung lo spunto per una riflessione sul conflitto in Ucraina, impaginata in apertura con il titolo “Arte e guerra”. Il giornale racconta che l’attrazione della mostra sarà installazione dell’artista ucraino Pavlo Makov dal titolo “Fontana del consumo”, in cui l’acqua scorre attraverso decine di imbuti di bronzo e lentamente si insabbia.
“Molti vogliono vederla anche prima dell’inaugurazione ufficiale”, scrive la Faz, e sottolinea che “il padiglione russo invece è deserto, a proteggerlo c’è solo la polizia. L’arte è sempre stata politica. A maggior ragione di fronte all’invasione russa dell’Ucraina”, osserva il giornale, secondo cui la vera domanda è però se sia “davvero lecito godere dell’arte in tempo di guerra”.
A centro pagina, la notizia che la Germania rompe gli indugi sulla fornitura di armi all’Ucraina e avvia una specifica ‘catena di distribuzione’: “La Slovenia, partner della Nato, consegnerà un gran numero dei suoi vecchi carri armati all’Ucraina e riceverà in cambio dalla Germania il veicolo da combattimento caccia carri Marder e il carro armato non cingolato Fuchs”, scrive la Faz, che cita come fonte “ambienti governativi”.
Apertura invitabile, quella del China Daily, sull’intervento di Xi Jinping al Forum di Boao per l’Asia e per il suo appello al superamento delle contrapposizioni nell’ottica del multilateralismo. Il quotidiano mantiene comunque l’attenzione sulla guerra in Ucraina, e dedica un approfondimento anche all’Italia “desiderosa di mettere fine al suo fabbisogno di gas russo”, come dice il titolo.
L’articolo fornisce i dettagli del piano di risparmio annunciato dal governo, la così detta “Operazione Termostato” con limiti per le temperature dei condizionatori e dei riscaldamenti negli edifici pubblici, e parla anche degli accordi per incrementare le importazioni di gas da Paesi africani, come Algeria, Congo e Angola. L’obiettivo italiano, annota il giornale, è liberarsi dalle forniture russe entro la seconda metà dell’anno prossimo.
Il discorso di Xi Jinping che ha lanciato la proposta una “iniziativa globale di sicurezza” è, ovviamente, il fatto principale per il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese.
Al forum di Boao per l’Asia, evento cui la stampa italiana si riferisce spesso come ‘la Davos cinese’, il leader ha detto che “è importante rimanere impegnati nella visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile e lavorare insieme per mantenere la pace e la sicurezza nel mondo”, e, scrive il giornale, “ha chiesto un impegno a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, sostenendo la non interferenza negli affari interni e rispettando le scelte indipendenti dei percorsi di sviluppo e dei sistemi sociali scelti dalle persone nei diversi Paesi”.
Al centro, evidenzia il quotidiano, Xi ha posto “l’impegno a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, rifiutando la mentalità della Guerra Fredda, opponendosi all’unilateralismo e dicendo no alla politica di gruppo e allo scontro di blocco, che aggraverebbe le sfide alla sicurezza nel XXI secolo”.
Un concetto che il giornale ha ritenuto di rafforzare con un suo editoriale, dal titolo “lo spettro della Guerra Fredda perseguita ancora Washington”. Sul piano interno, Xi ha assicurato che “non importa come cambierà il mondo, la fiducia della Cina e il suo impegno per le riforme e l’apertura non vacilleranno”, mentre “l’economia cinese, con la sua forte resilienza, enorme potenziale, ampio spazio di manovra e stabilità a lungo termine invariata, fornirà grande dinamismo per rafforzare la stabilità e la ripresa dell’economia mondiale e maggiori opportunità di mercato per tutti i Paesi”.
Source: agi