AGI – Una casa discografica, la “Q Factor Records s.a.s.”, un’abitazione ad Augusta (Siracusa) e una palazzina con 12 unità immobiliari in fase di completamento in una zona centrale di Catania: è stato aggredito dallo Stato il patrimonio del boss Giovanni Comis e sequestrati dai, carabinieri del comando provinciale di Catania i beni per oltre 2,5 milioni di euro, tra i quali anche una etichetta di noti cantanti neomelodici, gli stessi che in passato hanno prodotto audio e video in cui si inneggia alla criminalità e alla mafia.
L’operazione contro la mafia “imprenditoriale” colpisce un personaggio di elevatissimo spessore criminale con incarichi di vertice nel gruppo di “Picanello” della famiglia di Cosa Nostra catanese “Santapaola-Ercolano”.
Sono stati gli approfonditi accertamenti patrimoniali svolti dai carabinieri a far emergere come, secondo almeno dal 2008, Giovanni Comis e il nucleo familiare abbiano tratto i propri mezzi di sostentamento da redditi di provenienza illecita: grave è risultata la sperequazione reddituale. Il sequestro dei beni ai sensi del Codice antimafia è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale etneo.
Comis è stato destinatario di più condanne anche irrevocabili per associazione di tipo mafioso e detenuto dallo scorso ottobre per reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriclaggio finalizzati a preservare il proprio patrimonio.
Ad accusare Giovanni Comis di 59 anni di avere ricoperto incarichi di vertice nel gruppo di Picanello sono stati i collaboratori di giustizia, Giuseppe Scollo e Antonio D’Arrigo.
Per evidenziare la sua pericolosità sociale nella richiesta di sequestro la Procura sottolinea le numerose condanne comminategli, alcune delle quali irrevocabili e la prima per fatti commessi nel 1991, per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Dal 29 aprile 2019 è sottoposto alla sorveglianza speciale, per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno.
Comis era arrestato nel gennaio 2017 nell’inchiesta “Orfeo” e condannato, dopo essere tornato per alcuni mesi in libertà è stato nuovamente arrestato lo scorso 15 ottobre nell’ambito dell’operazione “Picaneddu” del nucleo investigativo dei carabinieri di Catania, in quanto ritenuto responsabile dei reati di concorso in trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio.
Sotto sequestro il 100% delle quote e l’intero compendio aziendale della “Q Factor Records s.a.s.”, etichetta discografica di diversi noti cantanti neomelodici, intestata ad uno dei due figli e ad altro imprenditore; il terreno e una palazzina, in fase di completamento, costituita da 12 unità immobiliari e ubicato in via Caduti del Lavoro, formalmente intestati ad una società operante nel settore dell’edilizia; un’abitazione sita in Augusta contrada costa Saracena (Siracusa), all’interno di un villaggio turistico, intestata alla moglie.
Source: agi