AGI – Le tensioni al confine ucraino restano altissime. Secondo il Pentagono, più del 40% delle forze russe ammassate ai confini dell’Ucraina sono ora in una posizione di attacco. Gli Stati Uniti stimano che il numero di truppe russe dispiegate nell’Ucraina settentrionale, orientale e meridionale sia superiore a 150 mila unità, da mercoledì osservano i movimenti delle truppe russe verso il confine. “Il 40-50% e’ in posizione di attacco. Si sono schierati in punti di raccolta tattici nelle ultime 48 ore”, ha detto ad alcuni giornalisti il funzionario del Dipartimento della Difesa statunitense che ha chiesto l’anonimato.
I punti di raccolta tattici sono aree vicine alla linea del fronte dove un’unità militare si raduna prima di lanciare un’offensiva. Il funzionario ha affermato che venerdì Mosca aveva 125 battaglioni dell’esercito vicino ai confini ucraini, rispetto ai 60 in tempi normali e agli 80 all’inizio di febbraio.
Intanto il capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato la mobilitazione generale. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti, in un video messaggio, Pushilin, ha esortato i connazionali “in riserva” a recarsi “ai commissariati militari. Oggi -ha spiegato- ho firmato un decreto per la mobilitazione generale”.
In precedenza, i capi delle repubbliche filorusse, Donetsk e Lugansk, avevano annunciato l’evacuazione temporanea dei cittadini in Russia, nella regione di Rostov, partendo da donne, bambini e anziani. Secondo Pushilin, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ordinera’ presto ai militari di lanciare un’offensiva nel Donbass per invadere il territorio delle autoproclamate repubbliche separatiste. ù
E proprio a Donetsk e Lugansk ieri sono esplose due autobombe. A Donetsk, in particolare, l’esplosione è avvenuta a pochi decine di metri dal palazzo del governo. L’auto è andata completamente distrutta, non ci sono state vittime e il capo delle milizie, Denis Sinenkov, ha fatto sapere che era sua la jeep esplosa nel parcheggio all’esterno dell’edificio governativo e che sta “bene”. L’incidente avviene dopo i timori degli Usa, ripetuti in maniera ossessiva nelle ultime ore, che ci possa essere un ‘casus belli’ che inneschi la reazione militare russa.
Sono state frutto di sabotaggio le due esplosione avvenute ieri sera Lugansk, lungo la linea di contatto nel Donbass. Lo ha dichiarato il direttore generale del “Luganskgaz” Tatyana Bogorodko. Secondo i media locali, le due esplosioni sono avvenute in un gasdotto.
“Ho parlato oggi con gli Alleati transatlantici e con i partner per discutere delle manovre militari della Russia dentro e attorno all’Ucraina. Siamo d’accordo nel sostenere l’Ucraina, e nel continuare gli sforzi diplomatici, e abbiamo affermato il fatto di essere pronti a imporre costi enormi alla Russia dovesse scegliere di portare avanti il conflitto”. Lo ha annunciato il presidente Joe Biden su Twitter. In conferenza stampa, il presidente americano ha detto di essere “convinto che Putin abbia preso la decisione di invadere l’Ucraina”.
“Ho avuto due importanti telefonate, la prima con i membri del Congresso, la seconda con la vicepresidente Kamala Harris, che e’ a Monaco. Negli scorsi giorni abbiamo avuto notizie di violazioni dello spazio aereo ucraino da parte russa, i russi hanno fatto circolare la voce che l’Ucraina volesse portare avanti un attacco esteso. Non c’e’ niente di logico in questo, nel pensare che gli ucraini possano fare una cosa simile. Sono tutte notizie false per giustificare un’azione militare”, ha spiegato Biden.
“Le forze russe – ha aggiunto – intendono attaccare nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, noi ad alta voce stiamo ripetutamente chiedendo alla Russia di fermarsi. Se la Russia perseguira’ i suoi obiettivi provocherà morti inutili: noi non manderemo soldati al confine, noi abbiamo provveduto aiuti all’Ucraina per la sua sicurezza da 650 milioni di dollari, e garantito anche un miliardo di dollari di aiuto per la sua popolazione”.
Biden ha ribadito che gli Stati Uniti e i suoi alleati “sono pronti a imporre sanzioni, non è troppo tardi per la de-escalation e tornare al tavolo“. Il presidente ha ricordato che il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si incontreranno il 24 febbraio. “Ma se nel frattempo avranno scelto la guerra – ha aggiunto Biden – pagheranno un altro prezzo, i nostri partiti sono uniti, il popolo è unito, l’Europa è unita, il mondo intero è unito”.
E quando gli è stato chiesto se dunque sia chiusa la porta alla diplomazia, lui ha risposto: “C’è sempre spazio per la diplomazia, fino a quando Mosca non attacca”. Biden ha parlato alla nazione al termine della conferenze calla con gli altri capi di Stato e di governo dei Paesi alleati, nonché i vertici di Ue e Nato.
Poi, ancora su Twitter, il presidente Usa ha precisato: “Gli Stati Uniti e i loro alleati sosterranno il popolo ucraino. La Russia sarà ritenuta responsabile delle proprie azioni”. “Non vogliamo un conflitto, stiamo facendo tutto ciò che possiamo per togliere ogni motivo che la Russia può addurre per giustificare l’invasione dell’Ucraina. Se la Russia persegue i suoi piani, sara’ responsabile di una catastrofica e inutile guerra”.
A breve, probabilmente già la prossima settimana, il premier Mario Draghi volerà a Mosca. “Il mio obiettivo è quello di portare Putin e Zelensky allo stesso tavolo”, ha spiegato. L’incontro con il presidente russo a Mosca, “è stato chiesto da Putin”, ha aggiunto Draghi, secondo cui “le sanzioni devono essere efficaci ma anche sostenibili”.
Source: agi