“Non riconosceteli, non fidatevi”. Questo il messaggio lanciato da alcuni manifestanti fuori dal Ministero degli Esteri norvegese a Oslo, in vista dell’incontro internazionale per discutere della crisi umanitaria in Afghanistan che si apre domenica e al quale sono stati invitati anche rappresentanti del governo talebano.
“Non vogliamo i talebani qui, non ci rappresentano”, dice Shahia Soltani, manifestante e ideatrice della protesta. “Sono sulla lista nera dei terroristi negli Stati Uniti. Quindi perché dovremmo invitarli e negoziare con loro?”.
Afghanistan, dall’arrivo dei talebani ha chiuso il 43% dei media
Il 2021 dell’Afghanistan: dal ritiro delle truppe straniere al ritorno al potere dei talebani
La ministra degli Esteri norvegese, Anniken Huitfeldt, ha voluto assicurare che l’invito alla delegazione talebana non significa un riconoscimento formale: “Non implica in alcun modo un riconoscimento del colpo di stato che ha avuto luogo. Faremo forti richieste ai talebani, ma non sappiamo se poi loro le attueranno”.
Gli studenti coranici si presentano all’incontro di Oslo con la speranza di recuperare gli aiuti internazionali e sbloccare i beni congelati all’estero: “L’Emirato islamico ha fatto dei passi avanti per soddisfare le richieste del mondo occidentale e speriamo di rafforzare le nostre relazioni diplomatiche con tutti i Paesi, compresi quelli europei e l’Occidente in generale”, dichiara Zabihullah Mujahid, portavoce del governo talebano. “E speriamo di trasformare l’atmosfera di guerra che c’era prima, in una situazione di pace”.
Afghanistan, i 100 giorni dei talebani e le promesse mancate
Talebani: serve anche il sì della sposa per contrarre matrimonio
Il governo talebano non sta però ancora mantenendo le sue promesse in merito al rispetto dei diritti umani, in particolare quelli delle donne
fonte euronews