AGI – “Sono salita su un cavallo in piena corsa, anche con un pizzico di follia, che in queste circostanze serve”. Speranza Scappucci, la prima italiana che dirigerà un’opera al Teatro alla Scala di Milano, sostituendo last minute Evelino Pidò, fermato dal Covid, non nasconde l’emozione e anche il senso di “responsabilità forte” che sente “sulle spalle” per il compito a cui è stata chiamata dal sovrintendente scaligero Dominique Meyer. Dal 18 gennaio fino al 2 febbraio, per 5 rappresentazioni debutterà sul podio con I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, con la regia di Adrian Noble.
Dall’ultima volta che Scappucci ha diretto quest’opera sono passati 9 anni: “era il 2013, in una versione accorciata per l’università di Yale. Da allora non apro questa partitura meravigliosa” spiega sorridendo la direttrice.
“Quando devi prendere qualcuno all’improvviso devi trovare chi abbia già fatto quell’opera – interviene Meyer – . E che sia libero. Speranza ci ha detto subito di sì, è stata una grande fortuna, ne siamo molto felici”.
“Io ho la tendenza a vederla un po’ come una figlia, una sorella, ma è cresciuta molto, ha fatto la sua carriera, è coraggiosa” dice il sovrintendente raccontando della loro lunga amicizia: “ci conosciamo da tanto tempo, era ‘capo’ dei pianisti all’opera di Vienna. Poi ha ottenuto la direzione musicale dell’Opera di Liegi. Ha fatto un’esperienza ricca e importante. Ed è stata invitata a Berlino, all’opera di Parigi, al Metropolitan”
Dal canto suo la direttrice romana, classe ’73, ringrazia “per l’enorme fiducia” nel chiamarla “all’ultimo momento”. “In una situazione così fenomenale, l’accoglienza è stata molto calorosa. Tutto il teatro si è reso disponibile. L’orchestra ha fatto salti mortali. Sono sette giorni che sono qui e trovo straordinario lo sforzo di farmi sentire subito a casa”.
Accanto alla responsabilità “sento anche una incredibile energia, che viene sempre nei momenti importanti della vita. Per me questo lo è, perché la Scala è il faro della musica italiana nel mondo”. Un pensiero vuole dedicarlo al collega Pidò: “so cosa vuol dire dover rinunciare, è molto frustrante e triste”.
La tragedia lirica in due atti di Bellini firmata da Adrian Noble che debutta alla regia, con le scene di Tobias Hoheisel, i costumi di Petra Reinhardt, le luci di Jean Kalman e Marco Filibeck, e la coreografia di Joanne Pearce, vedrà sul palco una star del calibro di Lisette Oropesa (Giulietta) e Marianne Crebassa (Romeo), mentre Tebaldo e’ Jinxu Xiahou, Frate Lorenzo Michele Pertusi e Capellio Jongmin Park. Il Coro del Teatro alla Scala è diretto da Alberto Malazzi.
Source: agi