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I vaccini sono più forti contro Omicron dopo due settimane dalla dose booster

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AGI – L’Istituto superiore di Sanità torna a sottolineare l’importanza dei “vaccini per ridurre il rischio di malattia grave e morte”. Nel pubblicare su Twitter le faq su Omicron, l’Iss ammette che “al momento ci sono ancora dati limitati sull’efficacia dei vaccini nei confronti di questa variante.

I risultati in Gran Bretagna indicano una riduzione significativa nell’efficacia vaccinale contro la malattia sintomatica da Omicron rispetto a quella da Delta dopo due dosi di vaccino Pfizer o AstraZeneca.

È emersa, tuttavia, una efficacia maggiore verso la malattia sintomatica due settimane dopo il booster, comparabile o leggermente inferiore a quella verso Delta”. 

Secondo l’Iss “ci sono evidenze consistenti che Omicron abbia una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Delta in paesi con una documentata trasmissione di comunità, con un tempo di raddoppio di 2-3 giorni e che potrebbe diventare la variante predominante in poche settimane”.

⁉️ #COVID19, COSA SAPPIAMO DELLA #VARIANTE #OMICRON ⁉️
Evidenze consistenti di maggiore trasmissibilità rispetto a Delta con tempo di raddoppio di 2-3 giorni; rischio di ricovero sembra ridotto, ancora da indagare a pieno altri aspetti su gravità
FAQhttps://t.co/iz64WBZy6h pic.twitter.com/7WJdjFKz86

— Istituto Superiore di Sanità (@istsupsan)
January 4, 2022

E ancora: “I dati sulla gravità clinica dei pazienti infettati con Omicron sono ancora preliminari: i primi dati da Sud Africa, Gran Bretagna e Danimarca suggeriscono una riduzione del rischio di ricovero per Omicron rispetto a Delta.

Tuttavia il rischio di ricovero è solo uno degli aspetti della gravità della malattia. Servono maggiori dati da diversi paesi per capire come gli altri indicatori, come l’uso di ossigeno o ventilazione meccanica o la mortalità, sono associati a questa variante nei casi severi. Al momento non è ancora chiaro fino a che punto la riduzione osservata del rischio di ricovero possa essere attribuita all’immunità da infezioni precedenti o vaccini o quanto Omicron possa essere meno virulenta”.

Per l’Iss resta “fondamentale aumentare le coperture vaccinali il più rapidamente possibile sia con il completamento del ciclo primario per chi non l’avesse ancora fatto che con le dosi di richiamo per chi ha completato il ciclo primario o per chi è guarito da più di quattro mesi.  Si ribadisce che dall’inizio della campagna di vaccinazione i vaccini Covid -19 continuano a svolgere un ruolo essenziale nell’evitare casi gravi di malattia, ospedalizzazione e morte e, nei paesi ad alta copertura vaccinale, i ricoveri e i decessi sono significativamente ridotti. Le persone che sono completamente vaccinate hanno un rischio significativamente inferiore di sviluppare una forma di malattia grave o di avere la necessità di ricovero in ospedale, rispetto alle persone non vaccinate o vaccinate da molto tempo”. 

I corticosteroidi e gli antagonisti dell’IL6 rimangono efficaci nel trattamento dei pazienti gravi. Per quanto riguarda altri trattamenti si segnala che alcuni studi osservano una perdita di efficacia di molti anticorpi monoclonali a causa delle mutazioni presenti nella variante Omicron. 

I normali test già in uso basati su PCR sono in grado di rilevare l’infezione anche in presenza della variante Omicron. Sono i test antigenici rapidi che sono diretti verso la proteina nucleocapsidica conservano la loro capacità diagnostica.

Source: agi


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