di Anna La Mattina
“State buoni… se potete”!
In questa frase, che è il titolo di un bellissimo film su San Filippo Neri, pluripremiato nel 1983, mi pare vi si sia il concentrato di ciò che il Natale, ogni anno ci ricorda di essere. E non per buonismo, ma per autentica bontà!
La Bontà conviene usarla: è bella e buona la bontà… ed anche molto funzionale!
Cristo è venuto al mondo con questa missione: quella di farci capire quanto sia stupido e deleterio il male, usato contro il prossimo e, alla fine, anche contro sé stessi. Esso non dà alcun frutto che sia degno di nota, ma serve soltanto per imbrattare di sangue le pagine della Storia.
Invece Gesù, il Cristo, l’Unto dal Signore, il Verbo di Dio fattosi carne, il Salvatore (Gesù, Jeshua significa proprio “Dio salva”, atteso a lungo nei secoli che lo precedettero e profetizzato con dovizia di particolari dal Profeta Isaia, nei suoi 66 capitoli dell’antico Testamento), è venuto proprio per la salvezza degli uomini (IHS l’acronimo latino che qualifica Gesù come il Salvatore degli uomini, intesi come Umanità).
Ma in che modo ci salva Cristo? Ci salva consegnandoci un “Vademecum” per navigare nel mare tempestoso della vita; consegnandoci le chiavi di volta del giusto cammino, affinché il male non possa più toccarci e possiamo vivere a lungo e in pace. Per fare questo, Gesù ha dovuto anche lui faticare, perché noi siamo “gente dalla dura cervice”, non impariamo facilmente, talvolta neanche dai nostri reiterati errori. E fu così che Gesù ha dovuto anche “stupire” gli uomini del suo tempo (ma anche i contemporanei), facendo miracoli, gesti visibili agli occhi di chi altrimenti non avrebbe ascoltato e capito nessuna delle sue lezioni di vita, così da accreditarsi anche presso i duri d’orecchio e i ciechi nati, metafore importanti che ci ricordano che la nostra parte, per un mondo migliore, dobbiamo farla anche noi, insieme con Dio.
Gesù nasce e rinasce ogni anno, nella data convenzionale del 25 dicembre, per ricordarci proprio che la Storia tra Dio e l’Uomo si concretizza nel mistero della loro intima relazione, che rende possibili e visibili i miracoli quotidiani, di cui nessuno parla, perché il “male” è appariscente e, talvolta, percepito dai più come più interessante, esso ruba la scena a tutto ciò che ci edifica, ci fa star bene, come la solidarietà, per esempio, l’accoglienza, l’inclusione dell’altro, del “diverso da me”, qualunque sia la sua condizione passata ed attuale. Perché Gesù ci ha insegnato che l’Altro è nostro fratello, nostra sorella, fratelli di condizione e di sorte, perché nella dimensione puramente esistenziale siamo davvero tutti uguali, senza sovrastrutture legate al denaro o al potere, al colore della pelle, nel primo come nel terzo mondo: tutti nasciamo e moriamo allo stesso modo: nasciamo nudi, poveri di tutto, dal corpo e dal cuore di nostra madre, veniamo deposti nella mangiatoia della vita e dobbiamo lottare per sopravvivere; infine, non possiamo sfuggire al decadimento e alla morte del nostro corpo.
E allora non resta che amarsi l’un l’altro, lottare insieme per costruire e non per distruggere. In altre parole, per realizzare un mondo migliore, magari esprimendo politici capaci di amare e di perseguire la bellezza, che salverà il mondo…
Vorrei chiudere con due citazioni importanti, seppur di livello diverso:
“Imagine all the people livin’ life in peace. You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one. I hope someday you’ll join us and the world will be as one. (…) It’s easy if you try”
(Immagina che tutta la gente possa vivere la vita in pace. Tu mi puoi dire che io sia un sognatore, ma non sono il solo. Io spero che un giorno tu potrai unirti a noi ed il mondo diverrà come una cosa sola… È facile se ci provi).
John Lennon
“Vi lascio un comandamento nuovo: amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”
Gesù Cristo
Ecco ragazzi miei, giovani di tutto il mondo, nostri figli, nipoti, studenti: raccogliete per questo Natale il prezioso messaggio che in queste poche righe, forse maldestramente, ho cercato di raccogliere per voi e donatelo, come un regalo aggiunto sotto l’albero, a parenti ed amici; non dimenticandovi di chi è solo, senza famiglia, senza amici, senza salute, senza casa, senza Paese, senza libertà.
Buon Natale!