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La dottoressa accusata di vaccinare i pazienti per finta è regolarmente in servizio 

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AGI – La dottoressa Stefania Boga, accusata di avere finto di vaccinare “almeno 17 pazienti” per fagli avere il green pass all’hub di Lurate Caccivio, è regolarmente in servizio nell’ambulatorio comunale di Solbiate con Sagno, in provincia di Como.

Ordine Medici, valuteremo in seguito ad accertamenti Procura

“È un problema disciplinare” fanno sapere dalla Procura che la indaga con l’ipotesi di reato di falsità materiale. “La questione è in mano alla magistratura. Nell’attesa che vengano accertati i fatti, ha ripreso a lavorare. Se dovessero emergere elementi per cui si suppone la violazione del codice deontologico, si innesca la macchina ordinistica per cui si può arrivare a un procedimento disciplinare” dice all’AGI Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como. 

Al quotidiano `La Provincia di Como’, che le aveva chiesto conto del suo comportamento, la donna aveva risposto di essere ‘malata’ ma poi si è presentata la mattina successiva al lavoro.

Ats, il caso non rientra tra quelli per cui si sospende

Ats Insubria precisa che il caso della dottoressa non rientra tra quelli per cui è prevista la sospensione dall’attività. “Le sospensioni dalle attività convenzionale dei medici, da parte di ATS – viene riferito all’AGI a domanda specifica da una rappresentante dell’azienda sanitaria  – sono previste da apposite procedure soltanto a seguito del verificarsi delle fattispecie indicate dall’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale, o a seguito di sospensione dall’albo professionale da parte dell’Ordine dei Medici, nonché a seguito di eventuali provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Pertanto, non sussistono sospensioni in termini cautelari al di fuori della casistica citata”.

La direttrice dell’hub, Boga aveva il green pass valido

“Non ci sono dubbi: la dottoressa Stefania Boga aveva il green pass, lo abbiamo verificato. Dunque, è vaccinata”. Lo assicura Simona Clerici, la direttrice dell’hub di Lurate Caccivio. Secondo Clerici, Boga aveva tutte le carte in regola per inoculare il siero.

“Quando ci ha chiesto di vaccinare dei suoi pazienti perché si fidavano solo di lei, le abbiamo risposto di rivolgersi all’Ats Insubria e così lei ha fatto, ottenendo l’autorizzazione. Era la prima volta che un medico generico ci chiedeva di vaccinare dei suoi pazienti. Non ci siamo insospettiti perché l’input dal Ministero per i medici generici è di sensibilizzare i propri mutuati”.

Ad accorgersi del “comportamento anomalo” di Boga è stata un’operatrice amministrativa che affiancava il medico e si occupa di dettagli burocratici, come la stampa del modulo del consenso informato. “L’operatrice mi ha esposto subito la sua preoccupazione. La dottoressa ‘nascondeva’ col proprio corpo il momento dell’inoculazione  – prosegue la direttrice dell’hub, gestito dalla Cooperativa Medici Insubria, dove, in sei mesi, sono state somministrate 150mila dosi –. Sono andata a verificare di persona. In effetti, qualcosa non andava. Eravamo tutti sgomenti, ma non abbiamo avuto remore: il fatto andava denunciato subito anche se non è stato facile denunciare un collega”.

Clerici riferisce però di essersi “rasserenata” in seguito “perché non ci sono state defezioni all’hub. Le persone hanno capito cos’è successo e ci sono arrivati numerosi messsaggi di affetto e solidarietà”.                 
 

Source: agi


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