AGI – “Giusto vietare le manifestazioni no green pass, senza mascherine né rispetto delle distanze, perché sono assembramenti che aumentano il rischio di contagio”. Lo dice in un’intervista all’AGI Maurizio Viecca, primario di cardiologia all’ospedale Sacco, il primo a capire agli esordi della pandemia che non era la polmonite ma una trombosi a uccidere i pazienti Covid.
“Teniamo presente che la maggior parte di queste persone non sono vaccinate – spiega -. I loro discorsi sono patetici. Non è il green pass ad attentare alla libertà ma è chi si non si vaccina che mette a rischio la libertà degli altri”.
Viecca crede che non esista il rischio di nuovi lockdown. “I dati sono chiari e incoraggianti. In Rianimazione al Sacco abbiamo il 90 per cento di no vax e il 10 per cento con una sola dose. Ci sono anche casi di persone con doppia iniezione che si ammalano in modo grave ma sin da subito sapevamo che il vaccino non funziona al 100 per cento nell’evitare queste situazioni – spiega -. Chi è vaccinato può capire se il siero ha ‘funzionato’? Sì, in un Paese intelligente verrebbe consigliato il dosaggio degli anticorpi anche se neppure in quel caso si possono avere certezze matematiche perché conta anche la memoria immunologica che non è ‘misurabile’. Al Sacco stiamo portando avanti uno studio sugli anticorpi prima e dopo il vaccino. In ogni caso se ti fai due dosi puoi stare abbastanza sereno anche rispetto alle varianti. Se ti riprendi il virus, sarà in una forma lieve”.
Viecca non è invece convinto che sia una buona prassi quella di somministrare assieme la terza dose e l’antinfluenzale perché “il rischio è che, se dovessero esserci effetti avversi, non si capisca se vengono da uno o dall’altro”.
Source: agi