AGI – Il risultato elettorale in Germania interroga la politica italiana. Un esito che viene letto in maniera differente a seconda del commentatore. Se, infatti, le forze dell’area di centrosinistra interpretano le urne tedesche come una spinta ad abbandonare qualsiasi pulsione populista e sovranista, mentre si vince solo spostando l’asse verso l’europeismo con una ricetta di politiche progressiste, è la riflessione, al contrario le forze di centrodestra traggono dal voto tedesco ben altro insegnamento: solo uniti si vince. Ragionamenti che riportano al centro del dibattito il tema delle future alleanze. E c’è chi, come Giorgia Meloni, pone la questione della necessità di tornare al bipolarismo.
“Un gran risultato che conferma la tendenza: dalla pandemia non si esce verso destra, verso l’individualismo. Si esce verso sinistra verso valori di solidarietà e coesione sociale. Bene il voto tedesco che premia Scholz e la Spd. E’ un voto che rafforza l’Europa e l’europeismo. Una buona notizia per l’Europa e per l’Italia”, commenta a caldo il leader del Pd Enrico Letta. Per il segretario dem “si tratta di un risultato clamoroso e di una conferma molto importante dal punto di vista culturale: la credibilità e la chiarezza della proposta pagano e che anche in Italia è totalmente falsa la narrazione di chi considera ineluttabile la vittoria di Salvini e Meloni“. Tuttavia, secondo l’ex premier, “dal voto tedesco esce un Parlamento all’italiana, una frammentazione che potrebbe portare a trattative di mesi prima di arrivare alla formazione del governo. Dalle urne la Germania esce più fragile”.
Per il ministro degli Esteri ed esponente del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, “di fatto, ancora una volta, è stato sconfitto il sovranismo“. I senatori pentastellati delle Commissioni Esteri e Politiche europee di Palazzo Madama osservano: “Il crollo del centrodestra e dei sovranisti e l’affermazione di forze progressiste che, come il M5s, portano avanti proposte di giustizia sociale e di transizione ecologica sono inequivocabili segnali di una stagione che si è chiude”.
“I socialdemocratici della Spd sono il primo partito in Germania. È un risultato molto incoraggiante da leggere con attenzione. La difesa di beni pubblici fondamentali come salute, lavoro, ambiente può essere la matrice di una nuova stagione dei socialisti e democratici in Europa e in Italia”, sostiene il ministro della Salute di Leu, Roberto Speranza. E il capogruppo alla Camera Federico Fornaro sottolinea come le elezioni in Germania “confermano che ai primi posti di una nuova agenda politica progressista alternativa alla destra sovranista devono esserci il lavoro e le tematiche ambientali ormai intrinsecamente collegate tra loro in un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.
Tutt’altra lettura danno i leader dell’altro schieramento: “Il voto in Germania deve essere di insegnamento anche per il centrodestra italiano”, osserva Matteo Salvini. “Il centrodestra in Germania ha preso una batosta storica. Il centrodestra italiano dovrebbe imparare che uniti si vince, soprattutto in Europa. Quindi ripropongo ai nostri alleati di unirsi a Bruxelles, perché adesso siamo divisi in tre gruppi diversi e contiamo di meno. Ed è l’Italia che così conta di meno. Io sono pronto anche domani. Spero che anche Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni lo siano”.
Insomma, insiste il leader della Lega, “traiamo l’insegnamento, lasciamo le divisioni a sinistra e uniamo le nostre forze per arginare una sinistra tutta tasse, sbarchi e burocrazia europea. Io rifaccio l’appello e spero che il voto tedesco serva di lezione”.
Punta sul fattore unità anche Giorgia Meloni: “Il crollo dei popolari della Cdu/Csu in Germania dopo 16 anni di cancellierato Merkel e il successo della Spd certificano che quando forze di centrodestra si prestano per anni ad alleanze innaturali con la sinistra finiscono per annacquare la propria identità e perdere consenso“.
Per la presidente di FdI “il messaggio che ci arriva dalle elezioni tedesche non è dunque la sconfitta del sovranismo, come dice il mainstream, ma la necessità di consolidare un sano bipolarismo che consenta ai cittadini di scegliere maggioranze chiare e coese e di sapere la sera stessa delle elezioni chi governerà”. Parla di necessità in Europa di una “leadership di alto livello politico” Silvio Berlusconi, secondo il quale “è molto difficile riempire un vuoto come quello che lascerà la signora Angela Merkel nella politica europea”.
Ad inserire nel dibattito il nome del premier italiano è Matteo Renzi: “L’Europa dipende dalla Germania. Ma, in questo clima di incertezza e instabilità tedesca, le parti si sono rivoltate e Mario Draghi oggi è, insieme a Emmanuel Macron, la guida europea. La cosa si fa molto molto, molto interessante”, spiega il leader di Iv, che aggiunge: “Per fare il governo saranno decisivi i centristi liberali e i Verdi. Il nome del Cancelliere – paradossalmente – dipende da loro, più che dai grandi partiti. La stessa cosa potrebbe accadere in Italia alle prossime politiche, se i riformisti sapranno giocare bene le loro carte. Del resto la sinistra estrema resta fuori dal Parlamento: la sinistra vince solo se è riformista e guarda al centro”.
Anche Giancarlo Giorgetti ‘chiama in causa’, con una battuta, l’ex numero uno della Bce: “Se in Germania hanno bisogno di qualcuno per fare il governo, potremmo prestargli Mario Draghi che è esperto in coalizioni multicolori e assortite”.
Source: agi